Caso Lazio, il laboratorio di Avellino: “Tamponi negativi prima della partita col Torino”
Il caso tamponi divampato intorno alla Lazio negli ultimi giorni ha innescato due diversi filoni d'inchiesta: uno sportivo, da parte della Procura Federale, l'altro giudiziario, con la Procura di Avellino intervenuta per chiarire il ruolo del laboratorio irpino Futura Diagnostica, la struttura su cui si appoggia la Lazio per i tamponi previsti dal protocollo sanitario seguito dalle società di calcio.
Una storia caratterizzata da dubbi e zone d'ombra, che inizia lo scorso 26 ottobre prima della trasferta in Champions per la partita contro il Brugge, quando una Lazio decimata parte per il Belgio dopo l'esito dei tamponi effettuati da Synlab, laboratorio centralizzato scelto dall'Uefa per la gestione delle competizioni internazionali. Nei giorni successivi, i vari giri di tamponi effettuati presso il laboratorio di Avellino – in previsione della partita di campionato contro il Torino – danno risultati diversi tra loro. I nuovi tamponi Uefa effettuati prima della gara contro lo Zenit in Champions rilevano la positività al Coronavirus di svariati soggetti nel gruppo squadra. Al rientro dalla Russia, nuovi test per tutti: per Futura Diagnostica i tamponi sono negativi, mentre ulteriori approfondimenti sostenuti presso il Campus Biomedico di Roma rilevano la positività di Strakosha, Leiva e Immobile.
Una squadra, tre laboratori diversi e altrettanti metodi differenti per l'analisi dei risultati. I protagonisti di una storia che si sviluppa lungo i 250 chilometri che dividono Roma e Avellino, dove ha sede Futura Diagnostica, centro fondato – tra gli altri – da Walter Taccone e diretto dal figlio Massimiliano. Struttura scelta dalla Lazio nonostante non fosse la più scontata, sul piano logistico: "Nel Lazio non c’era nessuno autorizzato a fare i tamponi ai calciatori e il club si è guardato intorno – ha spiegato Walter Taccone a Fanpage.it -. Vista la già pregressa collaborazione del Centro con la Salernitana, che si era trovata bene, si è rivolto a noi. Lotito ci ha chiesto tutte le informazioni tecniche di verifica per vedere se eravamo in condizione di poterli assistere. Da maggio li seguiamo sempre e solo noi".
Perché i tamponi Uefa danno risultati diversi rispetto ai vostri?
"Non so come vengano fuori i risultati della Uefa. Noi facciamo i nostri esami che al 95% corrispondono a quelli della Uefa. Nei tamponi fatti il 26 ottobre, contemporaneamente alla Uefa, i risultati sono usciti quasi tutti per il 90% uguali ai loro. C’erano delle differenze: il giocatore Wesley Hoedt da noi era negativo, per la Uefa invece c’era una positività. Il presidente Lotito li ha pregati di fare una verifica e dopo averla effettuata hanno chiamato dicendo che il campione era negativo. Come avevamo detto noi. Stessa situazione per Andreas Pereira, che per noi era stato ripetutamente positivo, mentre il giorno 26 era risultato negativo. La Lazio, dopo una discussione con la Uefa sul tampone di questo giocatore, mi ha poi telefonato in serata confermandomi che avevamo ragione, poiché dopo una serie di controlli il tampone del giocatore era risultato negativo. Noi non siamo infallibili, ma da qui a paventare imbrogli ce ne passa".
Vi siete confrontati con il laboratorio dell'Uefa?
"Noi diamo risposte descrittive su cosa facciamo: il metodo, i riferimenti e una serie di cose per cui abbiamo dato tutte le spiegazioni possibili. Quando si è trovata questa discrepanza, il responsabile medico della Uefa ha chiesto, per conto della Lazio, di avere tutte le indicazioni da parte nostra: gli abbiamo mandato chi analizza gli esami, quali geni vediamo. Insomma, tutti i dati tecnici sono stati trasferiti al responsabile medico della Uefa. Notizie indietro non ne abbiamo più ricevute".
Andando dritti al punto: la Lazio ha schierato calciatori positivi contro il Torino?
"Assolutamente falso. Erano tutti negativi in quella data, non sono in discussione quei risultati".
E invece prima di Lazio-Juventus cosa è successo?
"Tra venerdì e sabato abbiamo trovato quattro positivi nello staff della Lazio e li abbiamo segnalati. Successivamente abbiamo fatto un'ulteriore verifica presso un altro laboratorio campano. Le quattro positività sono state confermate. I tamponi di Lucas Leiva e Strakosha hanno dato esito totalmente negativo, mentre Immobile è risultato da approfondire. Abbiamo ricevuto risposta scritta e l'abbiamo trasmessa anche alla Procura di Avellino in occasione del sopralluogo nel nostro laboratorio".
Qui entra in gioco un nuovo laboratorio, il Campus Biomedico di Roma.
"Quando mi dicono che questi calciatori sono risultati positivi ad un tampone rapido al Campus Biomedico di Roma rabbrividisco. Per trovare una lieve positività al gene N ad Immobile, correttamente segnalato da noi, è servito un giorno e mezzo di verifica e controlli. Il Campus Biomedico ha dato positivi tutti e tre i geni. Non so come abbiano fatto gli esami, con quale metodo. Un tampone rapido, per le mie conoscenze, è la determinazione dell’antigene, è quello che viene fatto allo Spallanzani e nell’aeroporto. Qualcuno dovrebbe fare delle verifiche anche lì come hanno fatto qui ad Avellino".
L'ha sorpresa l'inchiesta della Procura di Avellino?
"Mi sarei aspettato fosse partita dalla Procura di Roma, visto che è interessata la Lazio. Non li ho schierati io questi giocatori in campo: dovevano passare dalla Lazio, che poi li avrebbe eventualmente rimandati a noi".
Si è sentito al telefono con Claudio Lotito?
"Ci siamo sentiti nella serata di domenica. Mi ha detto: ‘Noi facciamo quello che dobbiamo fare, ci arriva la risposta e facciamo giocare i calciatori. Mi dispiace ti abbiano messo in questa situazione, vediamo come andrà a finire'. I tamponi sono risultati negativi da noi e nell'altro laboratorio campano a cui ci siamo rivolti. Come siano risultati positivi al Campus Biomedico è strano. Ma presto ci sarà modo di fare i riscontri sui campioni che ci sono stati sequestrati".