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Casillas ricorda lo spavento dell’infarto: “Pensavo di morire, Mourinho fu il primo a chiamarmi”

In un’intervista concessa a ESPN, l’ex portiere e capitano del Real Madrid e della nazionale spagnola ha rivelato alcuni aneddoti legati a quel drammatico momento dell’arresto cardiaco: “Il malore mi ha cambiato la vita e mi ha fatto apprezzare le piccole cose. Sono una persona privilegiata, se posso continuare a lavorare nel calcio, lo farò”.
A cura di Alberto Pucci
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È passato più di un anno da quando Iker Casillas ha giocato l'ultima partita della sua straordinaria carriera, ma nonostante tutto questo tempo trascorso, l'ex portiere e capitano del Real Madrid e della nazionale spagnola è rimasto nel cuore di tutti i tifosi. Intervistato da ESPN nelle scorse ore, il trentanovenne campione del mondo nel 2010 è tornato a parlare dell'infarto che lo colpì nel maggio 2019, durante un allenamento con il Porto, e che lo costrinse ad appendere i guanti al chiodo.

"Pensavo che sarei sicuramente morto e le circostanze mi hanno fatto dubitare di tutto – ha spiegato lo spagnolo – Sono stato molto fortunato, ci sono persone che non hanno così tanto nella loro vita. Sono una persona privilegiata, se posso continuare a lavorare nel calcio, lo farò. Il malore mi ha cambiato la vita e mi ha fatto apprezzare le piccole cose – ha aggiunto Casillas – Ora vivo giorno dopo giorno. In quei drammatici momenti ho visto e sentito persone che non vedevo da molto tempo. Molti non sanno, ad esempio, che il mio ex allenatore José Mourinho è stato il primo a preoccuparsi di quello che è successo a me e poi a mia moglie".

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Il duello tra Messi e Cristiano Ronaldo

Dopo essersi candidato a prendere il posto di Luis Rubiales alla guida della Federazione spagnola, e a poche settimane dall'annuncio ufficiale del suo ritiro arrivato nello scorso agosto con un messaggio postato sui social ("Oggi è uno dei giorni più importanti e difficili della mia vita sportiva: il momento di dire addio"), Iker Casillas ha anche commentato l'eterna rivalità tra due giocatori che ha avuto modo di conoscere molto bene: Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. "Lionel Messi è nato con un talento donato da Dio, Cristiano invece si è dovuto allenare duramente per raggiungere livelli stratosferici ed essere il migliore – ha concluso – Penso che dovremmo solo essere grati di aver vissuto nell’epoca d’oro di questi due fenomeni".

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