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Casale alla Lazio, è polemica per un vecchio post: “Spara a vista, è uno sporco comunista”

Nicolò Casale è ormai un nuovo giocatore della Lazio. Un vecchio post del giovane difensore cresciuto nel Verona ha creato però subito una polemica: “Spara a vista, è uno sporco comunista”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La Lazio accontenta Maurizio Sarri con l'acquisto di un nuovo difensore. Da tempo il tecnico dei biancocelesti chiedeva alla società un altro difensore che potesse rafforzare, anche dal punto di vista dell'organico, il pacchetto arretrato. Il ds Tare ha lavorato per diverso tempo con la consapevolezza di poter regalare al proprio tecnico il profilo che stava cercando. E così, dopo una trattativa nemmeno così lunga, la Lazio si è assicurata l'acquisto di Nicolò Casale dal Verona. Accordo raggiunto con il club del presidente Setti per un'operazione che fa felice tutti.

Il giocatore arriverà ai biancocelesti con la formula del prestito con obbligo di riscatto a 10 milioni. Casale ha totalizzato 22 partite siglando anche un assist contro il Genoa lo scorso mese di settembre nel 3-3 contro i liguri. Giocatore che può giocare come quinto di centrocampo esterno sulla fascia sinistra ma anche come terzo centrale di una retroguardia a tre. Ma a far parlare ora non è tanto il suo acquisto, quanto il suo passato. Sui social è spuntato infatti un suo post del 2015 che ha fatto storcere il naso a qualcuno creando già una prima polemica.

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Casale aveva soli 17 anni e su Twitter ha espresso un pensiero politico a dir poco forte e dal linguaggio violento. "Se vedi un punto rosso, spara a vista. Non è un pomodoro, ma uno sporco comunista". Una frase forte che, come sottolineato da ‘Il Messaggero', va contro il tentativo di una parte del popolo biancoceleste di prendere le distanze da una certa associazione politica. Nel corso della stagione, argomenti simili in casa Lazio erano già stati affrontati con la vicenda del falconiere Bernabé, ma soprattutto per la trasferta di Marsiglia vietata alla tifoseria laziale perché ritenuta "fascista".

Il club francese giustificò così la sua scelta: "Il comportamento violento di alcuni tifosi della Lazio in modo ricorrente intorno agli stadi e nei centri cittadini dei luoghi di ritrovo nonché la  ripetuta interpretazione di canti e saluti fascisti". Una motivazione che scatenò l'ira generale sfiorando l'incidente diplomatico. Ecco perché, ma non solo per questo ultimo episodio, una parte del popolo biancoceleste vorrebbe prendere le distanze da un tale connotazione. Il post di Casale tirato fuori a distanza di 6 anni di certo non aiuta. Attualmente il giocatore non ha provveduto a rimouoverlo.

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