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Carlo Rivetti a Fanpage: “Sogno Lautaro nel mio Modena, ma no al doppio salto in Serie A”

In un’intervista esclusiva rilasciata a Fanpage.it il presidente del Modena Carlo Rivetti (fondatore della casa di moda Stone Island) ha raccontato la trionfale prima stagione da numero uno della squadra promossa subito in Serie B, dei progetti per il futuro, del doppio salto in Serie A, del suo tifo per l’Inter e di tanto altro.
A cura di Michele Mazzeo
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Per Carlo Rivetti l'ingresso nel mondo del calcio professionistico è stato trionfale. Al primo anno da proprietario infatti il suo Modena ha centrato la promozione diretta in Serie B vincendo il girone B della Serie C 2021-2022 e ha conquistato la Supercoppa Italia di C avendo la meglio di Bari e Sudtirol. Che sia il mondo della moda (è il fondatore e presidente del marchio Stone Island venduto di recente al gruppo Moncler di cui è ora nel consiglio di amministrazione) o quello del calcio dunque per la famiglia Rivetti (la squadra emiliana è difatti gestita a livello familiare e non ha nulla a che vedere con l'azienda d'abbigliamento) per il momento non sembra fare alcuna differenza: successi in un settore, successi nell'altro.

Con la promozione in Serie B però le aspettative inevitabilmente si sono alzate e, sogni a parte ("Lautaro Martinez sarebbe la ciliegina sulla torta" ci ha detto il numero uno del club intervistato in esclusiva da Fanpage.it), adesso bisogna rinforzare la squadra per la nuova stagione nel campionato cadetto. Il presidente ha però già avvertito tutti sugli obiettivi per il prossimo anno: "Nelle mie intenzioni non c'è quella di fare subito il doppio salto in Serie A" ha infatti sentenziato Carlo Rivetti spegnendo, da un lato, l'entusiasmo dei tifosi, ma mostrando, dall'altro, un progetto ad ampio raggio fatto step by step senza passi più lunghi della gamba che può far stare sereni gli stessi supporter modenesi per il futuro.

I tifosi del Modena sembrano dunque poter dormire sonni tranquilli dopo il complicato periodo che hanno passato perché, come ci ha rivelato lo stesso patron, la nuova proprietà ha scelto di entrare nel calcio solo ed esclusivamente per il Modena: "Non avrei acquistato nessun altra squadra" ci ha difatti confessato Carlo Rivetti che, come ha fatto, da imprenditore della moda, vuole portare al vertice la sua società ma con progettualità e non con una gestione "garibaldina".

Parliamo subito dal Modena: promozione in B al primo anno, se l'aspettava?
"No, non è che me l'aspettassi perché ovviamente abbiamo lavorato per costruire un gruppo, una squadra che sapevamo essere molto buona. Poi purtroppo all'inizio siamo partiti molto male però tutto sommato è stata poi la cosa più bella perché è stata combattuta sofferta e quindi è stata bellissima".

In quale momento ha capito che la squadra poteva ambire a questo risultato?
"Non c'è stato un momento specifico, nel senso che dopo la falsa partenza abbiamo messo insieme 14 vittorie e diciamo che forse alla terza mi sono reso conto che stava succedendo qualcosa di speciale".

Il momento più bello che ricorda?
"C'è un bellissimo ricordo della partita che abbiamo giocato a Reggio Emilia dove abbiamo pareggiato e forse meritavamo anche qualcosa di più. Ma è stato bellissimo perché c'era lo stadio quasi pieno e dopo tanto tempo di stadi vuoti vederne uno quasi pieno è stato molto bello. Poi la partita, a parte la cornice di pubblico è stata anche una bella partita, quindi quello è stato un magnifico momento".

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E adesso i tifosi cosa devono aspettarsi dal mercato?
"Noi abbiamo già iniziato a lavorare. Uno dei grandi vantaggi della promozione diretta è che hai più tempo per lavorare. Nelle mie intenzioni non c'è quello di fare il doppio salto, perché ritengo che sia prematuro e dobbiamo ancora costruire molto".

E invece c'è un giocatore che lei guarda e dice ‘vorrei proprio averlo in squadra'?
"Allora, se posso andare a briglie sciolte, visto anche i problemi che abbiamo avuto con le punte quest'anno e avendo io una nonna argentina, Lautaro Martinez sarebbe la ciliegina sulla torta".

E invece un bomber da Serie B quale può essere?
"Quelli che abbiamo se non si fossero rotti, erano di categoria superiore quindi speriamo di poterli recuperare".

Lei è uno degli imprenditori italiani del settore della moda di maggior successo. C'è qualche correlazione tra moda e calcio che lei ha trovato?
"Allora, il Modena è un affare di famiglia, quindi l'azienda non c'entra, Stone Island non c'entra nella maniera più assoluta. Posto ciò, devo dire che sono due mondi comunque molto diversi. Poi fare il presidente di una squadra di calcio è esattamente come fare il presidente di un'impresa, almeno io la vedo così ma perché ritengo che il calcio debba essere gestito in modo manageriale e non, come è successo magari nel passato, in modo un po' garibaldino".

E cosa l'ha spinta ad investire nel mondo del calcio?
"Io 40 anni fa sono arrivato in Emilia dove ho iniziato, o meglio ho continuato, la mia storia imprenditoriale. Sono stato adottato dai modenesi e appena ho avuto la possibilità ho deciso che mi sarebbe piaciuto rendere in parte quello che mi è stato donato da quella terra. C'era l'opportunità di acquisire il Modena Calcio e quindi abbiamo deciso di farlo. Cioè non avremmo comprato nessun'altra squadra sostanzialmente".

Quindi non c'era un'idea di investimento nel mondo del calcio fuori dal Modena?
"No, assolutamente no. Siamo una famiglia di tifosi. Era un sogno che coltivavamo, perché la famiglia si divide fra milanisti, interisti, juventini, uniti solo dalla nazionale italiana di calcio. E invece adesso il Modena ha unito ancora di più la famiglia. E ne siamo tutti tifosissimi".

Lei è tifoso dell'Inter, qual è il rapporto tra le due società?
"Noi al momento rapporti con l'Inter non ne abbiamo. Piuttosto abbiamo avuto una bellissima avventura l'anno scorso col Milan perché per la nostra prima amichevole siamo stati invitati a Milanello che è un posto meraviglioso, ma proprio bellissimo, respiri la storia, i campi, ma proprio bellissimo e quindi se vuoi abbiamo avuto più rapporti col Milan che con l'Inter".

Si parla tanto di calcio malandato e riforme necessarie. Da volto nuovo in questo ambito, qual è il problema più grande che vede?
"Ma senza dubbio il problema più grande sono i costi che sono esplosi molto per colpa secondo me delle società, perché nessuno ti obbliga a investire più di quanto tu possa permetterti. Sì diciamo i costi sono elevati e questo è quello che mette in difficoltà. E in più diciamo che questi ultimi due anni la pandemia e tutto il resto sicuramente non hanno aiutato il mondo del calcio".

Lei ha qualche idea, qualcosa vorrebbe veder realizzato per aiutare anche una ripartenza?
"Io sono una faccia nuova. Oggi come oggi, sono concentrato sul Modena, nel senso che dobbiamo lavorare sulle strutture che abbiamo, sullo stadio. Voglio incrementare e potenziare le giovanili perché sono convinto che questo sia una delle chiavi del successo anche perché se lavori bene con le giovanili hai anche un ancoraggio maggiore sul territorio. Un altro degli obiettivi che io avevo posto all'inizio della stagione passata era quello di vedere più famiglie allo stadio e devo dire che nelle ultime partite anche questo obiettivo è stato centrato. Avevamo tantissimi ragazzini, tantissime famiglie. Sono i tifosi del futuro e quindi stiamo costruendo anche noi il nostro futuro".

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