Carlo Ancelotti colpito dalla scomparsa di Berlusconi: “Riconoscenza infinita, grazie Presidente”
Fra i tanti talenti coltivati da Silvio Berlusconi durante i suoi lunghi anni alla guida del Milan c'è anche Carlo Ancelotti, accolto prima da giocatore e poi da allenatore. L'attuale tecnico del Real Madrid ha vestito per una vita i colori rossoneri, vincendo tutto.
E la morte del suo ex presidente lo ha toccato nel profondo. A volerlo fortemente al Milan è stato un altro degli uomini simbolo dell'era Berlusconi, Arrigo Sacchi: l'allenatore convinse il presidente a investire il centrocampista che diventò subito centrale all'interno del gioco della squadra, oltre a trasformarsi in una delle colonne portanti dello spogliatoio.
Un rapporto lunghissimo, concluso soltanto con il ritiro di Ancelotti arrivato a 33 anni. Dopo aver appeso al chiodo Carletto è tornato come allenatore nel novembre 2001: le note più liete di questa seconda esperienza sono le due Champions League regalate al Milan (oltre alle due conquistate da giocatore), traguardi fondamentali per la storia del club che sotto la sua gestione ha vinto otto trofei.
E nel giorno della morte di Berlusconi non poteva mancare un pensiero di Ancelotti nei confronti del suo ex Presidente, lodato per la sua umanità oltre che per la sua grande capacità come uomo di sport: "La tristezza di oggi non cancella i momenti felici passati insieme. Rimane una riconoscenza infinita al presidente, ma soprattutto ad un uomo ironico, leale, intelligente, sincero, fondamentale nella mia avventura da calciatore prima, e da allenatore poi. Grazie Presidente".
L'allenatore del real Madrid era profondamente legato a Berlusconi, una figura essenziale per l'ultima parte della sua carriera da calciatore e soprattutto per quella da allenatore. Per otto anni hanno lavorato fianco a fianco regalando al Milan una sfilza di successi in Italia e nel mondo, traguardi fondamentali che hanno contribuito ad accrescere la fama del club.