Caricola, la svolta della sua vita: “Un giorno ordino un caffè al bar, fa schifo. Ho l’illuminazione”
Nicola Caricola ormai ha eletto il Sudafrica a sua seconda patria. È proprio lì che la sua vita è svoltata dopo che 20 anni fa l'ex difensore di Bari, Juventus e Genoa vi si è trasferito, al termine di una carriera che lo ha visto chiudere negli Stati Uniti con la maglia dei New York Metrostars nel 1997. Il momento preciso in cui Caricola è passato dallo status di ex calciatore a quello di imprenditore di successo – a migliaia di chilometri di distanza dall'Italia – è stampato nella memoria del 60enne barese: ha ordinato un caffè in un bar e lì gli è scattato qualcosa su cui ha costruito la sua nuova vita.
Nicola Caricola racconta l'idea su cui ha costruito la sua seconda vita in Sudafrica
"Come sono arrivato in Sudafrica? La mia compagna sudafricana vuole tornare e le dico: andiamo – racconta Caricola alla Gazzetta dello Sport – In Italia ero team manager del Genoa, lì cosa faccio? Un giorno ordino un caffè al bar, fa schifo e mi viene l'illuminazione: porto qua il caffè italiano. Quello in cialde in Sudafrica non c'è. Faccio due conti: se una famiglia fa 10 caffè al giorno e io metto la macchinetta in casa di 100 amici, ho fatto il business. E così è. Dieci anni dopo vendo a un'azienda quotata in borsa e resto come manager. Ma da un paio di mesi mi sono messo in proprio. Ho fondato ‘Sapori', importo formaggi, pomodori, pasta, il meglio del Made in Italy".
Nel salotto di Caricola non mancano i trofei, tutti vinti con la maglia della Juventus, in cui ha militato per quattro stagioni, tra il 1983 e il 1987, dopo essersi messo in luce approdando nell'Italia Under 21. Era la squadra allenata da Trapattoni ("mi chiamava il terruncello") e in cui predicava calcio Platini: Nicola può raccontare di aver fatto parte di un gruppo che vinse due Scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, un'Intercontinentale: "Davanti a me c'erano Gentile, Cabrini, Scirea, Brio eppure ho fatto 70 partite".
"Se mi manca il calcio? No – risponde oggi deciso – Ho smesso perché ho voluto, non ho avuto la fase discendente che tanti hanno". Del resto il modo in cui ha deciso di dire addio al calcio giocato è eloquente al riguardo. Caricola aveva ancora due anni di contratto: "Siamo in ritiro a Coverciano con i Metrostars, lo dico a Donadoni, mio compagno di camera, e poi all'allenatore Parreira. ‘Ci sono problemi?', mi fa. E io: ‘No, mister, da oggi sono la persona più felice del mondo'. Prendo il primo aereo e torno a New York dalla famiglia".