Careca e il suo più grande rimpianto: “Rinunciai alla nazionale e il Brasile poi vinse i Mondiali”
Quando giochi al fianco di Diego Armando Maradona e hai come grande rivale e ‘competitor' nel tuo stesso campionato uno come Marco Van Basten avere lo scettro o il titolo di bomber principe è difficile se non impossibile. Ma Antonio Careca un segno anche molto profondo lo ha lasciato. E non serve snocciolare numeri o andare sul web a rivedere i gol. Perché basta sentire a distanza di anni tanti difensori che lo hanno affrontato, al tempo, che lo indicano come uno dei più difficili da contrastare. A Napoli ha vissuto gli anni migliori, i tifosi lo incitavano con un coro diventato ‘storico’: “Careca tira la bomba”. E all’ombra del Vesuvio il brasiliano si è divertito tantissimo, perché ha giocato al fianco di Maradona, perché ha segnato gol a raffica e ha vinto uno Scudetto e una Coppa Uefa da protagonista, oltre a una Supercoppa Italiana.
Ha vinto il titolo con il Napoli e con il Guaranì, che con un allora giovane Careca conquistò l’unico campionato brasiliano della sua storia e con la maglia della nazionale ha giocato 60 partite, 29 i gol – una media eccezionale, uno ogni due partite. Con la Seleçao ha avuto un rapporto strano, ma non controverso. Il Brasile degli anni ’80 e inizio ’90 era una squadra fortissima, aveva giocatori eccezionali ma non è riuscito a vincere nulla in quel decennio. Careca venne convocato per il Mundial del 1982, si fece male a quattro giorni dal via e lasciò la Spagna, nel 1986 invece è stato il titolare di una nazionale ricca di campioni che nei quarti perse ai calci di rigore con la Francia, mentre quattro anni dopo a Torino, due mesi dopo aver vinto lo scudetto sfidò, negli ottavi di Italia '90, l’Argentina di Maradona. Una partita che ha fatto storia, il Brasile domina, l’Argentina vince 1-0, lampo di Diego e gol di Caniggia. Il Brasile cambia allenatore, ma il gruppo storico viene confermato e tra i senatori c’è anche Careca, che però nel 1993 decide di lasciare la nazionale. Una decisione che poi pagherà amaramente.
Cosa successe nell'estate del 1993? Non sono passati secoli, ma i calendari oggi sono molto più ordinati. Le squadre sudamericane disputarono una serie di gare di Qualificazione al Mondiale in piena estate, due turni a luglio e poi in campo pure ad agosto. Careca aveva lasciato il Napoli da poco e si era trasferito in Giappone. Dopo una partita con l’Ecuador, terminata 0-0, i media attaccano la nazionale di Parreira, temono la mancata qualificazione, e ci vanno giù pesante. Careca litiga con un ex calciatore diventato poi opinionista e quasi viene alle mani con lui. Pensa a quelle critiche, ci pensa forse pure troppo e prende una decisione: dice basta, non prima di aver giocato anche contro il Venezuela, vittoria per 5-1 e gol di Careca.
Quasi un anno dopo il Brasile vince il Mondiale, ai rigori in finale contro l’Italia. Non sappiamo dove fosse in quel 17 luglio del 1994 Careca, che è stato anche uno dei tre componenti della ‘Ma-Gi-Ca’, ma sicuramente quella notte non avrà dormito. Ognuno di noi deve fare i conti con delle scelte che possono cambiare le nostre vite, giuste o sbagliate che siano, e bisogna saperne accettare le conseguenze. Tanti anni dopo in un’intervista disse: “Sarei potuto essere campione nel Brasile del 1994, è una cosa che mi è manata. Ci sono giocatori che lo hanno vinto senza aver giocato nemmeno un minuto, è un grande rimpianto”. Oggi Careca compie 60 anni, festeggerà e leggendo messaggi e ricordando anche il passato sicuramente penserò a quando disse addio alla nazionale.