Cardinale rivela il ruolo di Ibrahimovic al Milan, non è un semplice dirigente: “Lui è la mia voce”
Chi pensava che Zlatan Ibrahimovic fosse una semplice dirigente assunto dal Milan in questa stagione e a cui erano stati affidati diversi compiti si sbagliava di grosso. Lo svedese all'interno del club rossonero è stato ingaggiato da Gerry Cardinale con un chiaro intento. Non solo con la funzione di essere un collante tra squadra e società, ma di essere proprio in prima fila come l'autentico presidente del Diavolo. “Zlatan mi permette di essere a Milano anche dagli Usa, è il mio delegato a Milano" ha spiegato lo stesso Cardinale.
I due erano ospiti del forum del Financial Times, in cui si è parlato molto del nuovo stadio ma anche del momento attuale del Milan e dello stesso ex attaccante svedese che oggi è socio operativo di RedBird Capital nel suo portafoglio di investimenti in Sport e Media & Entertainment e ricopre anche il ruolo di Senior Advisor della proprietà e dell'alta dirigenza del Milan."Ha l’autorità di essere la mia voce parlando con staff, giocatori e chiunque, ha una credibilità che nessun altro avrebbe avuto" ha sottolineato il presidente di RedBird che ha dunque dato precise indicazioni sulla figura di Ibrahimovic all'interno del Milan. Un'investitura che di fatto potrebbe anche mettere in allarme Stefano Pioli visto quanto detto da Cardinale.
"Bisogna sempre evolversi, non siamo soddisfatti di non essere primi – ha sottolineato a tal proposito – Siamo una squadra giovane e con tanti giocatori nuovi, non facendo male non significa che stiamo facendo bene. Ci sono stati tanti infortuni, dovremo valutare il nostro staff". Non a caso questa frase e le parole su Ibrahimovic potrebbero essere un pericolo per Pioli che avrebbe pensato di portare Antonio Conte a Milanello a partire dalla prossima stagione. Da verificare dunque cosa accadrà in futuro anche alla luce di queste parole.
Lo stesso Ibra ha poi preso la parole sottolineando l'impegno assunto fino a questo momento: "Ho tanto da imparare e da migliorare, voglio addentrarmi nel business dello sport: lavorare con Cardinale mi aiuterà a crescere – ha specificato ancora – Voglio provare a fare la differenza, non voglio fare cose normali: non ho paura delle sfide". Sfide che Cardinale gli sta affidando dandogli piena fiducia e pieni poter in una società come quella del Milan che mai come questa volta sembra essere totalmente nelle sue mani.