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Capello ‘restituisce’ alla Juve gli scudetti di Calciopoli: “Noi più forti, li abbiamo vinti sul campo”

L’ex tecnico, oggi opinionista tv a Sky, è tornato su quella vicenda che sconvolse il calcio italiano e mandò la Juve in B dopo averla privata dei titoli ‘incriminati’. “La nostra era la squadra nettamente più forte di tutte”.
A cura di Maurizio De Santis
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Quanti scudetti ha vinto Fabio Capello nella sua carriera di allenatore? Sette sul campo, cinque quelli ufficiali: quattro con il Milan, uno con la Roma. Ma lui aggiunge anche i due con la Juventus, quelli che il ciclone di Calciopoli spazzò via (ri)assegnandone addirittura uno all'Inter. L'ex tecnico, oggi opinionista tv a Sky, non ha mai cambiato idea al riguardo e quando gli chiedono dell'esperienza sulla panchina bianconera sottolinea sempre lo stesso concetto.

"Vennero fuori quei fatti che… sorvoliamo – ha ammesso a Radio Serie A -. Ma io me li sento vinti sul campo questi scudetti perché la nostra squadra era nettamente la più forte di tutte. E non c'era alcun bisogno di tutto quello che è venuto fuori. Assolutamente".

La storia dei due scudetti cancellati con Calciopoli: "Ce li hanno tolti"

La storia è nota: i due titoli a cui fa riferimento Capello son quelli che vennero revocati dalla Giustizia Sportiva nell'estate del 2006 in seguito alle sentenze dell'inchiesta che rivoltò il calcio italiano come un calzino. Lo scossone fu fortissimo, non solo perché alla vecchia signora vennero strappate le coccarde da petto (2004-2005 e quello 2005-2006 poi cucito sulla maglia dei nerazzurri) ma anche perché fu retrocessa in B per le gravissime irregolarità che le vennero attribuite.

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Non è certo la prima volta che Capello affronta a testa alta l'argomento. Ha ribadito il suo pensiero in più occasioni nel corso degli anni. "Ne ho conquistati due e ce li hanno tolti. Penso che sia un problema conoscere la verità, non la verità politica o sportiva, la vera verità". Evidentemente, per lui (come per larga fetta del popolo di fede juventina) quella contenuta nei verdetti non era (e non è) sufficiente.

Il titolo vinto con la Roma: "Nessuno capì il pericolo di quella situazione"

A proposito di scudetti e di ricordi legati alle sue esperienze in panchina. Capello rammenta le sensazioni provate nella Capitale in occasione del titolo conquistato dalla Roma nella stagione 200-2001. Nell'intervento a Radio Serie A ha ripercorso anche quell'episodio in cui, a causa dell'esuberanza e della gioia incontenibile dei tifosi giallorossi, il club rischiò grosso e una beffa atroce: vedere vanificata una stagione trionfale. Perché? Lo spiegano bene le parole dell'ex allenatore che ripercorre quei momenti.

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"All'ultima partita, quando mancavano una decina di minuti alla fine, ci fu l’invasione di campo mentre stavamo vincendo 3-1 contro il Parma – ha aggiunto Capello -. Nessuno capì il pericolo di quella situazione: se un tifoso avesse dato uno spintone o un pugno a un giocatore del Parma avremmo perso la partita. Urlavo come un pazzo, ero molto arrabbiato e anche qualcuno che era con me in panchina non aveva capito niente".

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