Capello non perdona Donnarumma: “Fischi ingiusti ma è stato irriconoscente verso il Milan”
L'accoglienza riservata a Gianluigi Donnarumma è stata pessima. Ma non è certo una novità né il calciatore s'aspettava qualcosa di differente rispetto al clima che lo ha accompagnato nella sua permanenza al Milan. Lo striscione esposto in occasione di Italia-Spagna di Nations League al "Meazza" rende bene l'idea: "Non sarai mai il benvenuto, uomo di m…". L'eroe di Wembley, dei rigori parati, delle mani grandi con le quali ha zittito e schiaffeggiato la sicumera degli inglesi è considerato un traditore in patria: nulla di cui stupirsi, Gigio sa benissimo come vanno le cose.
Dalla vicenda del contratto fino al mancato rinnovo e alla partenza a costo zero per accettare l'offerta milionaria del Psg: tappe di un percorso iniziato con l'euforia del 16enne che realizza il proprio sogno, bacia la maglia, fa professione di fede ma finito malissimo. "Dollarumma" è il soprannome che la tifoseria gli ha affibbiato censurandone attaccamento al denaro e pretese esose del procuratore (Mino Raiola), una forma di ingratitudine nei confronti della società che ha creduto in lui fino a mettergli sul braccio la fascia di capitano. Il portiere della Nazionale torna a San Siro con gli Azzurri ma non potrà dire di sentirsi a casa, troverà un ambiente in larga parte ostile: i fischi, con ogni probabilità, non gli verranno risparmiati nonostante lui stesso si sia detto "dispiaciuto".
Fabio Capello, ex calciatore e allenatore, gli dà una carezza e uno scappellotto. Mai tenero ed estremamente obiettivo nelle sue riflessioni, comprende benissimo le ragioni dell'una e dell'altra campana. È d'accordo sulla questione dei fischi e del giusto rispetto da riservare al calciatore della Nazionale ma non può fare a meno di valutare negativamente qual è stato il suo atteggiamento nei confronti del club.
Donnarumma è un giocatore della Nazionale che ha dato un contributo fondamentale per il titolo europeo – le parole di Capello al Corriere dello Sport -. Ma mi lasci dire una cosa… credo anche che sia stato irriconoscente verso il Milan, andando al Paris Saint-Germain. Per tutto ciò che il club aveva fatto per lui e la famiglia quando era ragazzino, avrebbe dovuto comportarsi diversamente.