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Capello distrugge il calcio italiano: “Arbitraggi ridicoli e giocatori che non corrono”

Il commento dell’ex tecnico friulano, oggi opinionista Sky, è molto severo ma giusto. Le prestazioni delle italiane in Champions hanno palesato tutte le pecche di un calcio che va sotto appena si confronto con le altre realtà europee. “Non giochiamo con intensità né aggressività, pensiamo che si possa vincere solo con tattica e possesso palla oppure costruendo l’azione da dietro”.
A cura di Maurizio De Santis
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Velocità. Tecnica. Interpretazione tattica. Aggressività. Personalità. Quattro voci in pagella, altrettanti voti negativi. In una parola, bocciatura secca. Fabio Capello non usa mezzi termini per giustificare il flop assoluto del calcio italiano in Champions League. La Lazio è stata l'ultima in ordine di tempo ad abbandonare il palcoscenico. Prima di lei si erano accomodate fuori con poca gloria e molti rimpianti l'Atalanta, la Juventus e l'Inter addirittura s'era tolta il disturbo di giocare le Coppe in netto anticipo (fuori già nella fase a gironi). Un disastro.

Le considerazioni sulle note dolenti, su cosa non ha (mai) funzionato, sulle pecche clamorose manifestate anche da club meglio attrezzati (bianconeri e nerazzurri), sui soldi investiti e i risultati ottenuti non danno adito a interpretazioni fantasiose e azzardate. Il differente peso del pallone non c'entra (ipotesi grottesca avanzata da Fabio Caressa a Sky), il giudizio dell'ex allenatore friulano è severo ma giusto e articolato. Affermare il contrario vuol dire fare un torto all'intelligenza. Arrampicarsi sugli specchi per trovare giustificazioni plausibili è anche peggio.

Purtroppo il calcio italiano è lento – le parole di Capello durante la trasmissione dedicata alla Champions – mentre le squadre moderne corrono e rientrano. Manca la qualità, non abbiamo coraggio. Non giochiamo con intensità né aggressività, pensiamo che si possa vincere solo con tattica e possesso palla oppure costruendo l'azione da dietro. E quando ti misuri contro squadre europee diventa tutto più difficile.

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Organizzazione, mentalità, spirito di squadra. Tra i difetti e le cause del fallimento ci sono anche questi altri aspetti resi palesi dalle prestazioni e dalle deficienze manifestatesi anche contro avversari non eccelsi dal punto di vista tecnico ma bravi abbastanza da calarsi in partita subito, secondo un'identità precisa e consapevoli che si vince (e si perde) insieme, che il singolo può fare la differenza ma non può esimersi dal mettersi al servizio del gruppo. È così che dovrebbe funzionare.

Da noi abbiamo ancora le punte che stanno lì davanti e non rientrano – ha aggiunto l'ex ct dell'Inghilterra -. È stato impressionante vedere le punte del Real Madrid farlo, il Chelsea è stato spettacolare. Una coralità di giocatori che fanno tutto per la squadra, ma con qualità superiore. Da noi c'è Cristiano Ronaldo… bravissimo ma non rientra né aiutare e nemmeno corre.

CR7 è tra le delusioni maggiori, l'ennesima in Europa da quando è arrivato in Italia. Su di lui Capello è stato già molto deciso nel censurare anche l'atteggiamento in barriera nella sfida contro il Porto. L'ex ct, però, sposta l'attenzione anche su un'altra questione: il metodo arbitrale.

Per giocare veloci servono anche gli arbitri. Da noi fischiano i continuazione e interrompono il gioco ogni volta che c'è un piccolo fallo. Ai miei tempi ne ho presi mille, mai un fallo. Ora cadono, urlano e simulano. Il metro arbitrale in Italia è ridicolo perché non dà continuità al gioco.

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