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Capello disintegra Spalletti dandogli una lezione di calcio: “L’Italia era sparpagliata in campo”

Fabio Capello nei momenti subito successivi a Svizzera-Italia ha puntato il dito contro Luciano Spalletti, che ha criticato per la gestione della Nazionale a Euro 2024, ma anche contro i calciatori dell’Italia.
A cura di Alessio Morra
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Non è solo l'eliminazione. Ma per l'Italia è stata una debacle l'eliminazione agli ottavi di Euro 2024. Una squadra senza anima e senza gioco caduta sotto i colpi di una Svizzera ordinata e compatta. Spalletti rapidamente è finito sul banco degli imputati. Critiche a raffica, lui ha parlato a caldo di mancanza di ritmo e ha anche difeso il suo operato, non avendo avuto il tempo necessario per lavorare con i suoi giocatori per questi Europei. Durissimo è stato anche Fabio Capello, che ha messo alla berlina il c.t., bocciato totalmente.

Le critiche di Capello all'Italia di Spalletti

Nel post-partita di Sky c'è stato un dibattito sulla partita dell'Italia e da Berlino ha espresso la sua opinione anche l'ex allenatore di Milan e Real Madrid che inizialmente ha detto chiaramente che questa non è una Nazionale di alto livello: "Voi siete convinti che questa Nazionale ha delle qualità? Questa squadra appena abbassa un po' il ritmo e ne trova una che ha un ritmo normale va in grande difficoltà".

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Poi Capello ha fatto una serie di appunti tecnici, puntando il dito sul tecnico: "Il gioco lo ha cambiato mille volte", per soffermarsi poi sul gioco dell'Italia prendendo ad esempio Fagioli, ma anche le azioni offensive degli Azzurri: "C'era Fagioli davanti a quattro difensori, che stava lì, che faceva il pesce in barile che non prendeva nessuno. Ogni volta che venivano avanti erano scoperti dalla parte opposta".

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Rincarando la dose quando parlando di squadra sparpagliata: "Ci sono stati troppi errori tattici, questa era una nazionale sparpagliata", e si è soffermato anche sulla fase finale della partita, in questo caso puntando il dito contro i calciatori: "Ma è possibile che nel secondo tempo cercavamo di entrare ancora centralmente, con una squadra che si difendeva con il 5-4-1. I giocatori non lo vedono il gioco, non sono capaci, mettevamo la palla solo a 7 – 8 metri".

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