Cantona a testa bassa: “Condizioni di lavoro disumane, i Mondiali in Qatar sono orribili”
Senza peli sulla lingua. Impavido e sicuro di sé. Del resto se dai un calcio in petto a un tifoso molesto davanti a uno stadio (e al mondo) intero cosa potrebbe tenere mai a freno la lingua? Eric Cantona se ne frega del politically correct, dell'apparenza da salvare e della diplomazia. Non sono mai state il suo forte. Sbuffa, fa spallucce e ti guardo di sbieco, con uno sguardo torvo, se provi solo a menzionare il potere dei petrol-dollari: quando gli fanno domande sui Mondiali 2022 in Qatar usa due concetti per spiegare bene come la pensa. Sincero e diretto, non c'è interpretazione che tenga dinanzi a espressioni come "sono orribili" e "non li guarderò".
Orribili perché trova assurdo celebrare una Coppa del Mondo che si svolgerà in un Paese dove i diritti umani sono calpestati, a cominciare dalle condizioni di lavoro delle persone che in questi anni hanno prestato (e prestano) la loro opera per la costruzione degli stadi e all'organizzazione dell'evento. Dalle temperature impossibili (per il grande caldo) fino alle più elementari norme sulla sicurezza: fu il tabloid The Guardian ad alzare il velo sulla vicenda raccontando dei 6500 morti nei cantieri allestiti per costruire ex novo sette impianti e occuparsi della ristrutturazione di uno. Bugie, replicarono dalla Penisola Araba sostenendo che in vece il numero degli incidenti con decesso sarebbe di gran lunga inferiore, quasi inesistente… appena 3 persone.
Perché Cantona non crede alla Coppa del Mondo in quell'angolo di Medio Oriente che s'affaccia sul Golfo Persico? c'è ancora una ragione che li spinge ad affermare con forza che il trofeo disputato lì non è di suo gradimento. Al Daily Mail chiarisce: "Per me i Mondiali in Qatar non sono veri Mondiali. Non è il Paese del calcio e portare la Coppa del Mondo lì non serve a dare impulso allo sport e al calcio come accaduto in Sud-Africa oppure in America. La verità è che si tratta solo di soldi. E il modo in cui hanno trattato le persone che hanno costruito gli stadi, è orribile".
Quella di Cantona, però, non è una voce fuori dal coro. La nazionale della Germania andò in campo indossando t-shirt nere sulle quali c'erano le lettere per comporre human rights, diritti umani. Ennesimo tentativo di richiamare l'attenzione sui lati oscuri, su quelle zone d'ombra del torneo finite in secondo piano. Tutto molto lodevole, eppure lì si giocherà nonostante tutto, fino a rivoluzionare anche il calendario della stagione per una Coppa che – a differenza del passato – in programma tra novembre e dicembre.