Calciatore muore a 26 anni a causa di una forma acuta di leucemia
Leucemia mieloide acuta. Alessandro Grazioli ne è morto a 26 anni. La malattia aveva dato segnali inquietanti a ottobre scorso, nelle ultime ore l'aggravamento delle condizioni gli ha provocato un'emorragia cerebrale che non gli ha dato scampo. Due settimane fa si era recato d'urgenza all'ospedale di Bologna per sottoporsi a un nuovo ciclo di cure nell'attesa di sottoporsi a un trapianto di midollo osseo. Era laureato in Economica e Finanza e coltivava la passione di sempre: giocare al calcio. Lo faceva nel mondo dei dilettanti regionali, indossando la maglia del Sizzano, squadra che milita nel campionato di Promozione piemontese. Tutti i suoi sogni si sono spenti troppo in fretta.
Lesioni cutanee, febbre e altri malesseri hanno scandito il calvario di Grazioli. Svolse quelli che sembravano normali accertamenti, ma l'esito si è trasformato in un incubo per lui e i parenti più stretti (il padre Graziano, la madre Marisa e la sorella Valentina). Una corsa contro il tempo iniziata con la ricerca di un donatore compatibile per effettuare il trattamento che gli avrebbe salvato la vita. Nessuno in famiglia né tra coloro iscritti in un registro speciale lo era.
Un appello dell'Admo (Associazione donatori di midolleo osseo) condiviso anche sui social network aveva acceso i riflettori sulla sua situazione alimentando il tam tam della solidarietà: oltre 2500 persone aveva risposto "presente" alla chiamata per "salvare Alessandro" e reperire il gemello genetico del giovane. Ma il peggioramento dello stato di salute ha reso tutto inutile.
Leucemia mieloide acuta. È la stessa che tre anni fa aggredì Sinisa Mihajlovic, ex calciatore e allenatore del Bologna. Oggi sta bene, è guarito e ha ripreso a vivere dopo i momenti più brutti trascorsi tra la consapevolezza di quel che aveva e tutte le incertezze del percorso terapeutico legato alla reazione del suo fisico, fino all'intervento e al trapianto di midollo che gli ha salvato la vita. Allora a spiegare quali fossero gli effetti della patologia fu Michele Calvo, direttore del reparto di ematologia dell'ospedale di Bologna. "Questa degenerazione della malattia fa sì che un particolare tipo di globuli bianchi vadano incontro a un processo di arresto della loro maturazione e si moltiplichino senza avere controllo. Questo porta il midollo a perdere le sue capacità".