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Calabria, capitano vero nella buona e nella cattiva sorte: difende Leao, basta una foto social

Una storia del difensore lancia un messaggio chiaro dopo quanto accaduto in partita: in campo aveva ‘sgridato’ il compagno per una giocata leziosa e inopportuna poi lo ha abbracciato quando il pubblico lo ha fischiato nonostante la vittoria.
A cura di Maurizio De Santis
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I fischi di San Siro a Rafa Leao hanno fatto da colonna sonora stonata alla vittoria del Milan contro il Sassuolo. Da un lato c'è la soddisfazione per un successo che permette di rinsaldare il terzo posto e – complice la sconfitta fragorosa del Bologna a Udine – la posizione in zona Champions League. Dall'altro la grande amarezza per la contestazione nei confronti dell'esterno d'attacco portoghese che, a differenza della scorsa stagione, sembra aver perso smalto, magia, la giusta dimensione di calciatore che s'accende e fa la differenza.

I numeri, del resto, non giocano a suo favore. Non dicono tutto ma spiegano molto delle difficoltà palesate nelle prestazioni esibite finora. L'anno scorso in 28 gare Leao aveva segnato 15 gol e servito 8 assist, sembrava una forza della natura. Adesso s'è sgonfiato: a dicembre, dopo 15 match, sono appena 3 le marcature (l'ultima in campionato risale addirittura al 23 settembre).

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Il Meazza rumoreggia, nemmeno passano inosservate le reazioni in campo di alcuni compagni di squadra. Uno in particolare, il capitano Calabria che nei suoi confronti ha usato bastone e carota ma senza mai perdere il rispetto doveroso nei confronti del ‘commilitone' che attraversa un periodo opaco (anche a causa dell'infortunio muscolare da cui è reduce). È in questo solco che va interpretata quella sgridata che non era un rimbrotto ma un incoraggiamento, arrivata in seguito a una giocata sbagliata, leziosa, inopportuna.

Cosa aveva fatto Leao per meritarsi quel richiamo? Una giocata di tacco sulla fascia finita male perché intercettata. Inutile fare quelle cose, gli dirà Calabria con una mimica plateale ma chiarissima. Meglio essere concreti che perdersi in numeri del genere che possono essere spettacolari oppure deprimenti perché ottengono l'effetto contrario. E così è stato: le braccia larghe in segno di sconforto del lusitano ne sono la conferma.

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A fine match, però, il capitano era accanto a lui: lo ha abbracciato e gli ha fatto metaforicamente da scudo rispetto alle proteste del pubblico. Anzi, qualche ora dopo la partita con gli emiliani ha condiviso sui social una storia inequivocabile: è la foto che lo ritrae stretto al compagno di squadra con un cuore a corredo.

"Credo che fossero fischi di affetto e stima – ha ammesso Pioli durante le interviste, che s'è sforzato di dare una lettura positiva di quell'episodio -. Tutti sanno quali sono le qualità di Rafa e tutti si aspettano sempre prestazioni di un certo livello. Ma questa è una cosa che anche lui".

Il tecnico pure ha speso una parola buona per lui e ha dato una spiegazione alla condizione poco brillante che ne sta inficiando il rendimento. "Non è certamente nella situazione migliore dopo l'infortunio, ha vinto meno uno contro uno ma ha fatto un buon lavoro per la squadra".

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