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Superlega europea di calcio

Cairo sfoga il suo disprezzo per Agnelli: “Incontri segreti, malafede, concorrenza sleale”

La Superlega è sul punto di implodere dopo le defezioni delle squadre inglesi ed Urbano Cairo spara a zero sui 3 club italiani coinvolti nel progetto, con particolare veleno dedicato al presidente della Juventus Andrea Agnelli: “Incontri segreti con Perez. Questa è malafede, concorrenza sleale”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Mentre la Superlega è agonizzante, colpita forse al cuore dalle defezioni delle squadre inglesi, in Italia c'è chi si prepara alla resa dei conti interna: Juventus, Inter e Milan – indipendentemente da come finirà l'operazione lanciata due notti fa – si trovano di fronte il muro compatto di chi si sente tradito, se non defraudato.

È Urbano Cairo, già poco tenero con gli ‘scissionisti' in assemblea di Lega di Serie A, ad affondare ulteriormente la lingua nel veleno in un'intervista al ‘Corriere della Sera'.

"Questa Superlega è un attentato alla salute del calcio italiano, all'interesse collettivo. Tre società, Juve, Inter e Milan, hanno pensato esclusivamente alla loro salute economica, ai loro interessi. Non si preoccupano minimamente degli altri club, delle loro esigenze, dei loro problemi. Attenzione, società che pagano regolarmente gli stipendi, che faticano, lavorano, programmano con coscienza l'attività. E non mi pare proprio che in quel gruppo di club che promuovono la Superlega si rispettino certe regole virtuose, di sana gestione finanziaria, anzi tutt'altro. Non c'è alcun senso di responsabilità, bensì una mancanza totale di rispetto, nonostante si faccia parte per esempio di una Lega di serie A che ha cercato di affrontare il momento reso ancora più delicato dalla tremenda pandemia".

Il presidente del Torino passa poi alla situazione specifica di Andrea Agnelli, dedicando peraltro parole dure anche all'interista Marotta e al milanista Scaroni. Prima ricostruisce cosa è andato in scena negli scorsi mesi, una grande recita.

"Il progetto che prevedeva l'ingresso in Lega di Serie A dei fondi in una media company aveva una base di 1,7-1,8 miliardi, soldi utili al bene comune, anche a superare le gravi difficoltà, un finanziamento importante per il rilancio della stessa Serie A, che in questi anni ha perso competitività nei confronti di altre leghe europee. Agnelli faceva parte del comitato interno delegato a trattare con i fondi, aveva un ruolo importante, di primus inter pares. Il tutto necessitava di un cambio della governance stessa della Lega. Era in atto un’operazione laboriosa. Il comitato dei 5 – che attenzione nasce il 13 ottobre 2020 – aveva ricevuto la delega di tutte le altre società. Improvvisamente il cambio di scena, nonostante il voto assembleare che aveva sostenuto l'operazione dei fondi: Agnelli e la proprietà dell'Inter prendono le distanze dai fondi. Adesso si capisce il perché".

Cairo è un fiume in piena e spara ad alzo zero sui ‘traditori'.

"Si viene a sapere di trattative tra questi 12 club europei, quasi tutti indebitati, di incontri segreti tra Agnelli e Perez. Questa è malafede, concorrenza sleale. Hai una delega della Serie A e intanto tratti su un altro fronte, per superare i tuoi gravi problemi economici, i tuoi bilanci in sofferenza, danneggiando le società che ti hanno dato un mandato ben preciso. Marotta è consigliere federale, con la delega della Serie A: si deve dimettere. Agnelli ha lasciato l'Eca. Mi aspetto da Marotta un atto analogo per la FIGC. Così anche Scaroni, presidente del Milan, coerente però sul versante fondi, perché ha continuato ad appoggiarli, deve dimettersi da consigliere di Lega. Stimo Scaroni, ma occorre un passo indietro".

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