Caicedo sa come far superare la crisi da gol all’Inter di Inzaghi: “È la mia virtù migliore”
Lautaro Martinez in crisi, Alexis Sanchez che gira a vuoto, Edin Dzeko bravo a sportellate ma non in area. E così l'Inter di Simone Inzaghi si ritrova con le polveri bagnate e un attacco improvvisamente diventato sterile. Zero gol con il Milan in Coppa Italia, zero contro il Genoa e il Sassuolo in campionato. Zero in Champions contro il Liverpool. Un numero che oramai è diventato una costante malgrado quello nerazzurro sia ancora oggi il miglior reparto offensivo dell'intero campionato.
L'ultima gioia è arrivata al 47′ della sfida contro il Napoli, al ‘Maradona' lo scorso 12 febbraio, poi il black out per quattro incontri consecutivi: mai in stagione era capitato all'Inter di Inzaghi che, anzi, vantava il merito di non portare a segno unicamente gli attaccanti ma un'intera squadra, votata alla ricerca del gol come nessun'altra. Al contrario, adesso la spina si è staccata.
Il miglior marcatore nerazzurro è e resta Lautaro Martinez, il ‘Toro' di Avellaneda che vanta in stagione 11 gol e 2 assist in campionato, una rete in più di Dzeko che insieme all'argentino rappresenta il partner più utilizzato dal tecnico nerazzurro. Ma l'ultimo gol di Lautaro risale ad un rigore, contro la Juventus a gennaio. Da quel momento, 10 partite in nerazzurro senza segnare, intervallate da due parentesi con la propria nazionale (e altrettante reti). Un digiuno assordante che si è manifestato in tutta la sua crisi in Coppa Italia contro il Milan in cui l'argentino ha disputato una delle sue peggiori gare.
L'ultimo a segnare è stato Edin Dzeko, proprio contro il Napoli ma anche per l'ex Roma vale la stessa cosa detta per l'argentino: utilizzato come punto di riferimento offensivo da Inzaghi, si sacrifica più del compagno per la squadra ma resta bravissimo nella difesa dei palloni e a fare sportellate con gli avversari non certamente sottoporta. E Alexis Sanchez? Il cileno ha scalpitato in più di una occasione, manifestando il poco spazio concessogli. Non ultimamente, perché Inzaghi l'ha sempre inserito nelle partite. Risultato? Due gol stagionali in campionato, l'ultimo in ordine di tempo con la Roma in Coppa Italia, per il resto solita generosità ma minima lucidità.
Così, per Simone Inzaghi è arrivato il momento di giocarsi la carta Caicedo, il giocatore che ha rivoluto con sè, dopo la parentesi passata al Genoa, quando era a Roma, sponda Lazio. Un giocatore che in Capitale aveva abituato a risolvere le partite alla fine, in quella che è stata giustamente definita la ‘Zona Caicedo‘, a ridosso del 90' e anche oltre. "Merito di una condizione fisica importante" ha ammesso l'attaccante ai microfoni di DAZN e che in vista della gara contro la Salernitana vorrebbe una chance. "Io cerco sempre di essere concentrato fino alla fine, credo sia una delle virtù migliori che ho: non mollare mai quando gioco e cercare sempre la porta, e di aiutare la squadra quando ne ha bisogno e sono pronto"
Dunque, potrebbe anche essere che contro la Salernitana si potrà vedere in campo a San Siro per dare una mano all'Inter e a Inzaghi: "Lui mi ha aiutato sempre a crescere e ad essere il giocatore che sono diventato oggi. Gli sarò per sempre molto grato perché è un tecnico che cerca il meglio da tutti i giocatori". Come in quel lontano novembr2 2020 quando Caicedo riuscì a trovare il pareggio al 94′ andando ad abbracciare il tecnico: "Un momento davvero speciale, da pelle d'oca"