Cagliari, Nainggolan e la maglia di Ibrahimovic: “Gliel’ho chiesta per un amico”
C'era aria di derby in campo alla Sardegna Arena lunedì sera tra Cagliari e Milan. Tra i sardi, infatti, un paio di ex nerazzurri che avrebbero preferito dimostrare di potersi prendere una rivincita sportiva, magari fermando i rossoneri ma che sono usciti dal campo con l'ennesimo ko e una sconfitta pesante per 2-0. Diego Godin e Radja Nainggolan, difensore e centrocampista che Conte ha ‘epurato' e che hanno ritrovato la seconda chance in Sardegna dove tutto è più complicato ma anche maledettamente più entusiasmante, potendo giocare con regolarità dando una mano concreta alla squadra.
Alla fine di Cagliari-Milan, Nainggolan si è presentato da Ibrahimovic chiedendo la maglia allo svedese. Nessun ‘bottino di guerra' o ennesimo drappo da collezione e anche i tifosi nerazzurri che hanno sempre amato il ninja possono dormire sogni tranquilli: non c'è aria di tradimento, ma semplicemente un gesto che lo sesso belga spiega a fine gara ai microfoni di Sky.
La maglia a Ibrahimovic a fine partita? L’ho presa solo perché me l’hanno chiesta, ma non la terrò io la darò ad un amico. Ho scambiato qualche parola con lui, ma non ci siamo detti niente di che.
Per Nainggolan un rientro a Cagliari agrodolce, appena compiuto nel mercato di gennaio ma che non ha ancora sortito gli effetti sperati, con la squadra ferma al palo del diciassettesimo posto in classifica ad un passo dalla retrocessione e la sconfitta contro il Milan non ha aiutato: "E' normale che stringa un po' il c*lo, siamo bassi in classifica ma posso assicurare che nessuno del gruppo ha paura. Stiamo commettendo troppi errori e se sbagli in partite così con avversari di livello poi la paghi cara. Non è una questione mentale, ne usciremo fuori".
Poi, uno sguardo a ciò che ha lasciato a Miano, all‘Inter, un'occasione persa: "Sono felice di esser venuto al Cagliari, se vinceranno lo scudetto sarò contento per loro ma io volevo venire qui per giocare. Il resto conta poco".