Cafu racconta: “Ho visto morire mio figlio. E oggi sto ancora malissimo”
Danilo Feliciano è il figlio di Cafu morto il 5 settembre scorso. A due mesi di distanza da allora, l'ex calciatore del Milan, della Roma e del Brasile trova la forza per parlare del grave lutto che ha colpito la sua famiglia. Un infarto fulminante rese inutili soccorsi e il ricovero in ospedale, il cuore del ragazzo aveva smesso di battere troppo in fretta. Esalò l'ultimo respiro sotto gli occhi del padre che era in campo con lui. Una tragedia che la ex stella della Seleçao, il pendolino che faceva sognare i tifosi rossoneri e della ‘magica', ha ripercorso con un groppo alla gola quegli attimi di angoscia. Lo ha fatto nell'intervista a Veja e riportata da Mundo Deportivo dove ha anche svelato come in passato il giovane abbia sofferto di disturbi cardiaci.
Quel giorno – dice Cafu – eravamo assieme per una partita di calcio e Danilo era nella mia squadra. A un certo punto è uscito dal campo mentre io ho continuato a giocare. Poco dopo mi sono accorto che qualcosa non andava… c'era un po’ di confusione e sono andato a vedere cosa stesse succedendo. È stato allora che ho visto mio figlio stare male, aveva le convulsioni.
Per Cafu il tempo si fermò in quel momento, come il cuore del figlio che andò in corto circuito. E lui stesso restò paralizzato, scosso. Ebbe qualche attimo di esitazione poi prese il ragazzo e lo portò in ospedale.
Ebbi un po' di panico – ha aggiunto Cafu – perché conoscevo la sua storia clinica e sapevo dei problemi che aveva avuto in passato. Quando arrivammo in ospedale dopo mezz’ora un medico mi chiamò per informarmi del decesso. Stavo pregando e chiedendo a Dio perché salvasse la vita a Danilo. Ma non è stato possibile.
Morto per un attacco di cuore. Cafu mai avrebbe immaginato sarebbe potuto accadere considerato che, rispetto ai sintomi del passato, sembrava stare bene, sembrava che tutto fosse sotto controllo.
A 24 anni fu colto già da un infarto. Si era sentito male mentre giocava ma eravamo andati in ospedale e dopo l’operazione e uno stent credevamo fosse tutto sotto controllo. Invece è andato tutto storto. Un padre non dovrebbe mai veder morire un figlio. Ogni cinque giorni vado al cimitero per visitare la sua tomba. Non sono riuscito ancora a elaborare il lutto e non riesco nemmeno a entrare nella sua stanza.