Cabral trascinatore della Fiorentina in Conference: “Io o Jovic non importa, conta solo fare gol”
La Fiorentina torna a giocarsi una finale europea dopo più di trent'anni e a trascinarla in questa avventura ci ha pensato un ragazzo della regione di Campina Grande, che ha dimostrato di avere il gol nel sangue in tutta la sua carriera. Arthur Cabral è il capocannoniere della Conference League con 7 gol e vuole lasciare il segno anche nella finale di stasera contro il West Ham.
L’attaccante brasiliano è stato la vera rivelazione di questo 2023, in cui ha trascinato la Viola ad una risalita importante in campionato e ad un percorso davvero strepitoso nelle coppe: la squadra di Vincenzo Italiano è arrivata sia in finale di Coppa Italia che di Conference anche grazie alla verve realizzativa di Cabral, che ha risposto alle critiche che gli erano state mosse subito dopo il suo sbarco in Italia.
Se nella scorsa stagione aveva mostrato qualche difficoltà nell'adeguarsi ai meccanismi offensivi della squadra gigliata, il numero 9 quest'anno ha dimostrato di poter essere davvero determinante non mollando mai di un centimetro anche nei momenti più difficili: "Sapevo che lavorando e allenandomi con impegno, sarei riuscito a dare il mio contributo alla squadra".
Cabral ha segnato in tutti i modi (di destra, di sinistro, di testa e al volo) ma il centravanti brasiliano si è fatto notare spesso anche per la sua capacità di venire a giocare fuori dall'area di rigore: in alcuni momenti la manovra offensiva della Fiorentina riesce ad essere più imprevedibile anche grazie ai suoi movimenti e alla sua buona visione di gioco.
Uno dei suoi marchi di fabbrica, però, è la capacità di effettuare giocate acrobatiche per trovare la via del gol e sulla strada per la finale di Praga ce ne sono almeno due molto belli e già diventati parte della storia viola: entrambi li hs segnati contro il Braga ma se il primo è figlio di un palleggio volante, con successiva botta di prima intenzione sul primo palo; quello al ritorno lo realizza con una spaccata volante a dir poco scenografico.
A Fanpage.it Arthur Cabral ha parlato della sua annata, del modo in cui si è integrato nel gioco di Italiano e del suo rapporto con il compagno di reparto Luka Jovic.
17 gol in 47 presenze: in che modo Arthur Cabral si è preso la Fiorentina?
"L'unico modo per ottenere dei risultati è sempre il lavoro duro. Sono arrivato a gennaio e ho dovuto adattarmi a un calcio molto diverso rispetto a quello a cui ero abituato, ma sapevo che lavorando e allenandomi con impegno, sarei riuscito a dare il mio contributo alla squadra".
Dopo qualche difficoltà iniziale, adesso è molto a suo agio nell’impianto di gioco viola: in cosa è migliorato rispetto allo scorso anno? Cosa fa ora che non faceva l’anno scorso e in che modo ha lavorato per integrarsi nel gioco di Italiano?
"Penso che in questi casi sia normale un periodo di adattamento. Quando un calciatore arriva in un paese nuovo, come nel mio caso, deve imparare una lingua nuova, capire cosa l'allenatore ti chiede e imparare a conoscere i compagni. Non credo di fare qualcosa di diverso rispetto al passato, semplicemente mi sono adattato".
Si è parlato spesso del dualismo con Jovic: com’è il vostro rapporto, in campo e fuori?
"Molto positivo, non giochiamo spesso assieme, ma entrambi abbiamo stima dell'altro e ed entrambi facciamo il possibile per aiutare la squadra nel tempo che ci viene concesso dall'allenatore. Alla fine non importa chi fa gol, basta riuscire a raggiungere gli obiettivi di squadra".
Il difensore più forte della Serie A che hai affrontato. E perché.
"È difficile da dire, in Italia ci sono tanti difensori fortissimi e, al di là dei singoli, tutte le squadre, da un punto di vista difensivo, sono tutte molto organizzate".
Qual è stato il suo gol più bello e che voto darebbe alla sua prima stagione intera alla Fiorentina?
"Tutti i gol sono belli per un attaccante, ma forse il più bello che ho fatto in Italia l'ho realizzato l'anno scorso, contro il Napoli. Non voglio dare un voto specifico, ma penso sia stata sicuramente positiva non solo per me, ma per tutta la Fiorentina".