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Buffon vuole modificare una regola del calcio vecchia di 150 anni: “Così si fanno più gol”

Il ragionamento fatto dall’attuale capo delegazione della Nazionale parte da una motivazione essenziale: la struttura fisica dei portieri è tale da suggerire qualche modifica. C’è un solo organo che può decidere di eventuali modifiche al regolamento.
A cura di Maurizio De Santis
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Modificare una regola del calcio che risale al 1875, vecchia di quasi 150 anni (149 per la precisione) e concepita quando l'evoluzione fisica e le condizioni atletiche dei calciatori erano di ben altro rispetto a quelli attuali. Gigi Buffon ci pensa. E da ex numero uno ha in mente un'idea: proporre di cambiare le misure attuali delle porte così da garantire un numero maggiore di reti.

La sua è soltanto un'ipotesi, una riflessione considerato che l'unico organo che può occuparsi di questioni del genere e introdurre novità sostanziali a livello nazionale e internazionale è l'IFAB (International Football Association Board). Federazioni e società affiliate (sia a livello professionale sia dilettantistico) sono poi obbligate a uniformarsi al regolamento.

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Quali sono le dimensioni dei pali? Ne sono due verticali alti 2.44 metri, della circonferenza di 12 centimetri ed ugualmente distanti dalle bandierine del calcio d'angolo, sui quali poggia una traversa di 7.32 metri. Secondo l'attuale capo delegazione della Nazionale questo spazio non è più adatto alle esigenze della modernità e a una caratteristica a essa strettamente legata: l'altezza degli estremi difensori che ha raggiunto quote di gran lunga differenti rispetto a un secolo e mezzo fa.

E Buffon cita un esempio tangibile: "L'effetto delle dimensioni del portiere lo vedi sui tiri da lontano – ha spiegato nell'intervista a Tuttosport, senza adare però troppo indietro nel tempo -. Trent’anni fa ogni cinquanta tiri al massimo si realizzavano una decina di reti. Oggi è tanto se riesci a farne 3. In pratica da lontano è molto più difficile segnare con un portiere di due metri".

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L'ex numero uno della Juve e dell'Italia aggiunge un altro dettaglio personale per spiegare meglio le motivazioni delle sue supposizioni. Chiama in ballo anche la pallavolo e le valutazioni in corso sulla possibilità di alzare un po' l'asticella della rete.

Poi aggiunge: "Quando ho iniziato nel 1998 ero tra i primi cinque giocatori più alti della Serie A. L'anno scorso al Parma in B, ero sempre fra i cinque più alti ma tra tutti calciatori. Che significa? Non si può ignorare la variazione dei valori antropometrici. Forse nel 1875 erano anche eccessivi rispetto alla statura dei portieri di allora poi c’è stato un lungo periodo in cui erano sostanzialmente giuste. Oggi, invece, a guardare la struttura fisica di certi colleghi un po' mi viene da pensare". 

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