Buffon sotto attacco, il Parma lo celebra: “Ancora oggi uno tra i migliori portieri al mondo”
Lo spirito è quello di sempre. Per Gigi Buffon l'età anagrafica non conta, è presto ancora per fare i conti con il tempo. Dentro di sé si sente come 26 anni fa: giovane, pronto a parare il mondo con le mani grandi, coraggioso e sfrontato abbastanza da infilare i guanti e non temere avversari. A chi, dopo la sconfitta durissima subita dal Parma al Lecce, gli fa pesare le quattro reti incassate in un tempo (record negativo, a corredo di una domenica da macchia sulla carriera) replica con la forza dei fatti e del silenzio, dei gesti che valgono più di mille parole.
Come fa a giocare in B a 43 anni? Perché ha fatto questa scelta che può inficiare gli ultimi anni da giocatore? Non era meglio ritirarsi dopo aver lasciato la Juve? È straordinario, un calciatore fenomenale è la risposta che si danno gli inglesi per raccontare di uno sportivo "sempreverde". Basta azionare la sequenza videoclip e portarla indietro di qualche giorno, alla trasferta degli emiliani in terra salentina per avere l'esatta dimensione di cosa è (ancora) Buffon.
Dopo una batosta di quelle proporzioni, al termine della gara coi pugliesi, l'ex portiere della Nazionale chiamò a raccolta i compagni di squadra e la portò con sé nei pressi del settore dello stadio di Lecce riservato ai tifosi del Parma. Era giusto andare da loro in segno di rispetto, salutarli e chinare il capo dinanzi alle loro rimostranze. Ascoltare il loro sfogo, meditare e ripartire per riscattarsi subito.
Ecco perché il club gialloblù ha scelto di celebrarlo con un'iniziativa speciale. Ecco perché, al di là dei sentimenti, Buffon ha meritato una commemorazione speciale che lo riporta indietro a 26 anni fa, al 19 novembre del 1995 quando andò tra i pali nella sfida contro il Milan. Una maglia rivisitata in chiave moderna ricorderà quel momento della carriera che dal Tardini lo ha spinto fin sopra il tetto del mondo con la Nazionale. Una divisa che Buffon avrà addosso il 21 novembre, in occasione del match casalingo con il Cosenza.
Non è solo questione di amarcord e di mero romanticismo. È molto di più: rispetto per l'uomo e per lo sportivo, simbolo di un pezzo importante dello sport italiano, dentro e fuori i confini nazionali. E non è certo una categoria, la B, a sminuirne il valore. Accettò la retrocessione con la Juve e ci mise la faccia nel momento più buio del 2006, quando le sentenze di Calciopoli spazzarono via ogni cosa. E se batte il cuore ultras, se dentro di te il fuoco sacro non si spegne allora "puoi fare tutto", come scritto dal presidente, Krause. "Bravo @gianluigibuffon – si legge nel tweet dedicatogli -. Ancora uno dei migliori portieri del mondo. Un grande leader dentro e fuori dal campo… un modello! Può fare tutto. Grazie Gigi".