Buffon si sfoga: “Allo stupidotto che dice ‘perché non ha smesso’ la faccio pagare coi fatti”
Un passo dentro la riga. Abbastanza per guadagnare un po' di spazio da poter utilizzare per leggere le intenzioni dell'attaccante, articolare il movimento, provare anche una finta di corpo per ingannarlo e poi lanciarsi dalla parte giusta. Il calcio di rigore parato da Gigi Buffon a Gliozzi del Como è una lezione da mandare a memoria. Una sorta di manuale d'amore per il mestiere di portiere da mandare in onda come filmato educativo a chi ambisce a giocare tra i pali.
A 43 anni, nonostante le critiche e chi gli raccomanda che forse è il caso di appendere i guanti al chiodo, replica alla sua maniera: ha accettato la sfida Parma, in Serie B, perché certe cose – dice durante l'intervento al Club di Sky – gli regalano ancora grandi stimoli. "Ho sempre giocato per la gente, per quei tifosi che la mattina quando scendo in strada mi chiedono di portare la squadra in Serie A. E sono cose impagabili, fanno la differenza e mi fanno stare bene come sto".
Due i passaggi della serata di gloria per l'ex estremo difensore della Nazionale e della Juventus: il primo è la spiegazione che rende quando parla del modo in cui affronta i tiri dal dischetto; il secondo è come togliere un sassolino dalla scarpa per rispedirlo (metaforicamente) al mittente.
Terzo rigore neutralizzato (su sei) in questo campionato, 38° in carriera: sono i numeri di Buffon che spiegano solo una parte della sua abilità. Per tutto il resto, per soddisfare la curiosità su come faccia a essere così efficace, basta ascoltare le sue parole: "Il passo dentro la riga di porta sui rigori mi dà la possibilità di fare una finta – spiega il calciatore -. Partendo dalla riga con una finta sono già fuori. È un piccolo escamotage".
Quanto alla diffidenza di chi lo considera vecchio, la replica è altrettanto chiara: lascia che sia l'evidenza del campo a offrire la migliore risposta possibile anche a chi gli contesta tuttora di non avere molta dimestichezza nel parare i rigori. "Mi sembra di essere molto lontano dal non essere un pararigori – ha aggiunto Buffon -. Però bisogna accettarlo, stare zitti e lavorare. Che poi la vita ti da modo di rifarti. Dopo Lecce, quando perdevamo 4-0 a fine primo tempo, mi è toccato sentire due pappagalli che chiedono perché Buffon non ha smesso. Dovrei smettere perché un tempo è andato male e tutte le altre partite non hanno valore? Allo stupidotto che dice una cosa reagisco e mi aggrappo a quella per fargliela pagare".