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Buffon si rifiuta di metterci la faccia: “Io non parlo, spero lo faccia qualcun altro”

Gigi Buffon, capo delegazione dell’Italia, si è rifiutato di parlare dopo la disfatta dell’Italia agli Europei contro la Svizzera. Ma il suo invito rivolto ad altri a farsi avanti è caduto nel vuoto.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nè uomini, né gioco, né corsa, né un qualsivoglia scossone emotivo: l'Italia sbattuta fuori dagli Europei per mano della Svizzera è una delle versioni peggiori delle nazionali azzurre che si ricordino. Luciano Spalletti è sotto il fuoco incrociato di critica e tifosi ma non si dimette, adducendo l'alibi del poco tempo avuto, e promette grandi cambiamenti per le qualificazioni mondiali. Il Ct non si è sottratto ad alcuna domanda e stavolta – pur con qualche sussulto di orgoglio – è riuscito a non andare fuori giri, evidentemente consapevole che c'era ben poco da inalberarsi. Chi è rimasto zitto dopo la disfatta, nonostante ci si aspettasse – visto il ruolo e l'esperienza – che ci mettesse la faccia, è stato Gigi Buffon, che ha richiamato invece altri ad esporsi.

Gigi Buffon canta l'inno dell'Italia con Luciano Spalletti
Gigi Buffon canta l'inno dell'Italia con Luciano Spalletti

Buffon si rifiuta di parlare dopo la disfatta dell'Italia

"Io non parlo. Spero che qualcuno lo faccia…", sono le parole riportate da Repubblica, che descrive il capo delegazione della Nazionale italiana – erede di Gigi Riva e Gianluca Vialli – aggirarsi sconsolato nel ventre dell'Olympiastadion di Berlino senza voler proferire parola. L'elenco di chi ha ritenuto opportuno presentarsi ai microfoni dopo il disastro è molto stringato: il capitano Donnarumma, che ha esordito chiedendo scusa a tutti, il veterano Darmian e infine Cristante, anche loro contriti per lo spettacolo mostrato con la maglia azzurra addosso.

Gigi Donnarumma respinto dai tifosi dell'Italia dopo la sconfitta
Gigi Donnarumma respinto dai tifosi dell'Italia dopo la sconfitta

Inutili i tentativi di chiedere qualche battuta fatti dai cronisti italiani ai calciatori che raggiungevano il pullman che li avrebbe riportati in albergo: "Bellanova sbuffava dopo due settimane in Germania senza giocare un minuto, Pellegrini e Mancini si nascondevano dietro due addetti stampa, Barella zoppicava più vistosamente del solito, Raspadori inviava messaggini", è il quadro descritto dall'inviato del quotidiano.

Uno scenario desolante di assenza che rispecchia quello che si è visto sul terreno di gioco: Italia non pervenuta sotto tutti i punti di vista, tanti fantasmi in campo. Ripartire verso i Mondiali con questi presupposti e soprattutto questi giocatori sarà durissima.

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