Buffon racconta la delusione massima in Champions: “Sono rimasto gelato, vedevo tutto nero”
Ospite del podcast BSMT di Gianluca Gazzoli, Gigi Buffon ha parlato senza filtri di tanti argomenti, dalla ludopatia al suo passato sportivo. In particolare, quando gli è stato chiesto quale sia la mancata parata che – se potesse tornare indietro e sapesse già dove finisse la palla – vorrebbe aver fatto, il 46enne carrarino non ha avuto dubbi ed è tornato indietro di quasi 21 anni, al 28 maggio 2003, giorno della finale di Champions League tra la sua Juventus e il Milan.
È una ferita ancora aperta per Buffon e per tutti i calciatori di quella straordinaria squadra allenata da Marcello Lippi, che schierava in attacco gente come Del Piero e Trezeguet, contro un Milan ugualmente fortissimo coi vari Maldini, Pirlo e Shevchenko. E Alessandro Nesta, il giocatore rossonero cui è legato il grande rimpianto di Gigi: "C'è stata una non parata che per me era parata – racconta Buffon – Nella finale di Champions League col Milan andiamo ai rigori, noi ne sbagliamo tre, loro ne sbagliano due e il quarto viene Nesta a calciare. Nesta arriva sul dischetto e apre il piattone, io intuisco l'angolo e mentre la palla arriva ho proprio la senzazione e la sicurezza di dire ‘ho parato'. Ma poi, a un certo punto, vedo la palla negli ultimi due metri prendere un po' di velocità e cambiare un pochino traiettoria".
"Io praticamente dall'avere la certezza di aver parato il rigore, vedo la palla che entra in porta. E lì proprio mi è scesa la catena – ammette Buffon, cercando di far capire il crollo emotivo di quel momento – Ne ho un ricordo come adesso, che sono rimasto talmente male, che proprio lì per me è diventato tutto nero. Non voleva dire che avremmo vinto, perché poi al limite saremmo andati ad oltranza, però quello lì è stato uno dei momenti della mia vita nel quale sono rimasto proprio male, cioè sono rimasto deluso, sono rimasto gelato. Il rigore finale di Shevchenko? Lì ero già brasato…".
La finale di Manchester finì 0-0 nei tempi regolamentari, punteggio rimasto invariato anche nei supplementari nonostante il Milan di fatto li avesse giocati in 10 uomini a causa dell'infortunio di Roque Junior, rimasto in campo solo per onor di firma. Ai rigori per la Juve sbagliarono Trezeguet, Zalayeta e Montero, mentre segnarono Birindelli e Del Piero. Per il Milan fallirono Seedorf e Kaladze, ma i tre penalty segnati da Serginho, Nesta e Shevchenko assicurarono la Champions alla squadra allenata da Ancelotti.