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Buffon: “Non scherziamo, il paragone tra Motta e Allegri non sta né in cielo né in terra”

Gigi Buffon non ci sta a fare già un confronto tra Thiago Motta e il suo predecessore alla Juventus Max Allegri, è troppo prematuro: “Uno ha vinto tanto, Thiago sta cominciando ora. Quando si interviene così in profondità ci vuole tempo”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Gigi Buffon è più che mai calato nel suo nuovo ruolo – confermato dopo i dubbi post Europei – di capo delegazione della nazionale azzurra, ma non dimentica la sua vecchia Juventus, non sottraendosi a dare un giudizio sul nuovo corso targato Thiago Motta. L'ex capitano bianconero non vuole sentire parlare già di confronti tra il nuovo tecnico e il suo predecessore Max Allegri, con la fronda dei nostalgici del livornese che si sta facendo sentire, alla luce dei tanti, troppi, pareggi della Juve (ben 10 su 17 partite giocate, ma anche nessuna sconfitta), che l'hanno precipitata a 9 punti dall'Atalanta capolista. Tutto prematuro e poco corretto, spiega Buffon, che se da un lato concede il beneficio del noviziato a Motta, dall'altro ritiene il raffronto improponibile per lo status completamente diversi tra i due allenatori.

"Non scherziamo: basta con il paragone tra Motta e Allegri, non sta né in cielo né in terra. Uno ha vinto tanto, Thiago sta cominciando ora, chi li mette a confronto è spinto dalla volontà di infastidire l'ambiente", spiega Buffon a La Stampa.

Thiago Motta è al primo anno alla guida della Juventus, dopo aver portato il Bologna in Champions
Thiago Motta è al primo anno alla guida della Juventus, dopo aver portato il Bologna in Champions

"Per Thiago ho una grandissima stima e sono molto fiducioso su ciò che sta costruendo. Quando si interviene così in profondità ci vuole tempo. Motta è un allenatore meticoloso, preparato, abituato a certi livelli: lo conosco come compagno di squadra (hanno giocato assieme nell'Italia, ndr), devono dargli tutti una mano", argomenta il 46enne portiere carrarino.

Quanto al suo ruolo al fianco di Spalletti in nazionale, come capo delegazione, Buffon ha raccolto l'eredità pesante di due uomini di grande spessore – oltre che campioni – come Gigi Riva e Luca Vialli: "Io sono io. Non potevo e non posso pensare di interpretare la nuova esperienza come lo ha fatto chi mi ha preceduto: non potrei reggere il paragone. Una cosa, però, la posso dire: credo che a Gigi e Gianluca mi accomuni la credibilità e una certa autorevolezza. Un esempio? La mia vita è 80 per cento serenità, scherzo, voglia di vivere, entusiasmo… sono bizzarro. Ma i ragazzi nello spogliatoio sanno che, quando scatta il 20 per cento di serietà, cambia la musica: mi faccio comprendere, riesco a contagiarli".

Buffon con Spalletti in nazionale
Buffon con Spalletti in nazionale

Buffon solo adesso si sta rendendo conto di qualcosa di molto bello: "La percezione che hanno gli altri di me, soprattutto quando sono all'estero. Allegri mi diceva spesso: sei così perché non ti accorgi che cosa rappresenti per gli altri. Io l'ho scoperto con profondo candore".

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