Brozovic non c’è, l’Inter nemmeno: senza il croato i nerazzurri non sanno vincere
Il pareggio nei minuti di recupero di Torino ha certificato una verità che è anche una sentenza: senza Marcelo Brozovic la squadra nerazzurra non riesce a gestire il gioco, perde i tempi e le misure tra i reparti, lasciando spazi e iniziativa agli avversari. Era accaduto già in altre due occasioni e con i granata di Juric è arrivata la prova, dopo due indizi. Un problema non da poco per Inzaghi perché se è anche vero che ogni squadra ha il suo giocatore di riferimento nessuno in questo momento in Serie A è totalmente dipendente da un singolo giocatore.
Quando Brozovic è in campo è un elemento in più, un punto di forza che sa fare la differenza. Capace di dare sicurezza e tranquillità ai compagni piazzandosi davanti alla difesa con personalità, il croato si è rivelato ancor più che in passato il perno del gioco nerazzurro con Inzaghi che gli ha consegnato le chiavi del centrocampo e della squadra. Qualità, sostanza e intelligenza, forse non con ritmi forsennati, ma con la capacità di leggere il match, intuendo prima di altri le letture che permettono di mettere i compagni in condizione di segnare e la squadra di vincere.
Senza Brozovic l'Inter ha perso lucidità e sicurezze, al di là di non avere altri giocatori tatticamente simili al croato. Né Vecino, né Vidal, tanto meno Gagliardini e Simone Inzaghi lo sa perfettamente con la colpa e la consapevolezza di non aver trovato soluzioni alternative. Una squadra che è totalmente dipendente da un singolo giocatore, ancor più determinante di Lautaro o Dzeko, perché al di là dei gol si è visto anche a Torino che senza di lui i reparti sono sfilacciati, la difesa scoperta, l'attacco isolato.
Anche col Torino perché in questa stagione si era verificata la medesima situazione in entrambe le altre due partite in cui Brozovic non è sceso in campo. Contro l'Empoli in Coppa Italia e contro il Sassuolo in campionato. Contro i neroverdi a San Siro, Brozovic non c'era per squalifica e l'Inter naufragò in una delle peggiori gare della stagione. Contro i toscani, riuscì a passare solamente ai supplementari con Ranocchia e Sensi che si inventarono goleador per una sera, per il resto 120 minuti di pura sofferenza con un avversario più modesto tecnicamente.
Una situazione grave e a suo modo determinante perché una squadra (e una società) che vuole puntare in alto con continuità e costanza non può permettersi di essere dipendente in tutto e per tutto ad un singolo giocatore. Di certo importante ed essenziale, ma dalla cui sorte non deve e non può reggersi il destino di un'intera squadra, società e tifoseria.