Brasile e Argentina nella Nations League europea: il calendario impazzisce definitivamente
La notizia – grossa – è che dal 2024 la Nations League dovrebbe cambiare formato, inglobando tutte e 10 le Nazionali del Sudamerica. Il vicepresidente dell'UEFA Zbigniew Boniek toglie il condizionale e lo dà per certo: "Questa è l'ultima UEFA Nations League in questo formato. Abbiamo avuto un incontro con CONMEBOL, l'organizzazione dei Paesi sudamericani. Dal 2024, le squadre di questo continente si uniranno alla competizione". Ma dietro questa notizia ce n'è un'altra forse ancora più grossa: la guerra di potere calcistico che vede il tandem UEFA-CONMEBOL opporsi alla FIFA e alla sua idea di Mondiali biennali.
La rivelazione arriva da ESPN, che riporta ulteriori dettagli su come sarà la nuova Nations League quando si esaurirà il suo primo triennio di esistenza (la prima edizione se l'è aggiudicata il Portogallo, la seconda la Francia, la terza che si concluderà nel 2023 è stata appena sorteggiata). Tutte le 10 Nazionali sudamericane si uniranno alla Nations League, ma il torneo continuerà ad avere come sede soltanto l'Europa: tutte le partite si giocherebbero comunque nel Vecchio Continente.
Le prime 6 squadre sudamericane del Ranking mondiale per Nazionali – quindi Brasile, Argentina, Colombia, Uruguay, Perù e Cile – parteciperebbero alla Lega A della Nations League. Le altre 4 – Paraguay, Ecuador, Venezuela e Bolivia – confluirebbero nella Lega B. Come risultato, si avrebbero una Lega A con 22 squadre e una Lega B con 20. Non ci sarebbero date aggiuntive al calendario internazionale per le Nazionali, quindi il modo in cui tutto questo andrebbe ad incastrarsi in un calendario già folle ed iper congestionato – basti vedere i 5 match dell'Italia programmati nei primi 14 giorni del prossimo giugno – sarà tutto da scoprire. E sicuramente non contribuirà alla salute dei giocatori ed alla distensione con i club che li pagano profumatamente.
Così come la nuova Nations League non contribuirà alla distensione dei rapporti anche con la FIFA, e qua veniamo al nocciolo della questione. L'asse tra UEFA e CONMEBOL appare sempre più solido, come dimostra il fresco varo della ‘Finalissima' tra i vincitori di Europei e Copa America: la prima edizione vedrà l'Italia affrontare il prossimo primo giugno l'Argentina a Wembley. I due enti calcistici continentali hanno firmato un rinnovato ed esteso memorandum d'intesa, che prevede la potenziale organizzazione di eventi calcistici e che durerà fino al 30 giugno 2028. È abbastanza chiaro che un progetto di Nations League di questo tipo si propone come un ‘mondialino' alternativo, in chiara opposizione al disegno della FIFA di rendere biennali i Mondiali, già severamente bocciato da Ceferin e dall'UEFA. Gli spot temporali sarebbero infatti i medesimi, visto che la Nations League ha cadenza biennale e la sua fase finale si gioca a giugno degli anni dispari (quelli non occupati da un Mondiale o da un Europeo).
Nations League o Mondiali, delle due l'una: essendo entrambi a quel punto competizioni biennali, una sarebbe costretta a rivedere i propri piani. La convergenza di interessi tra UEFA e CONMEBOL è dovuta al fatto che grandi Nazionali come Brasile e Argentina riavranno in questo modo le sfide internazionali di alto profilo e molto redditizie che hanno perso da quando l'UEFA ha abbandonato le amichevoli a favore della Nations League. La CONMEBOL vede la partecipazione alla competizione europea come un percorso migliore rispetto ad una Coppa del Mondo biennale.
Il vice di Ceferin Boniek conferma tutto: "Ben 22 squadre giocheranno in Lega A, in cui attualmente competono 16 squadre. Sei di loro proverranno dalla zona CONMEBOL. Le restanti quattro squadre verranno aggiunte alla Lega B. Le leghe C e D si giocheranno con le stesse regole di adesso. Non cambierà nulla. In che formato sarà? Ci stiamo ancora lavorando. Il calendario delle partite delle Nazionali è ristretto, quindi non si può mischiare troppo". E torniamo sempre lì: aggiungere partite, per quanto di alto livello e spettacolari, non è la soluzione agli attuali problemi del calcio, anzi li dilata in maniera esponenziale. Se poi chi deve decidere si fa la guerra, allora la direzione è sicuramente sbagliata, ancora prima di sapere chi avrà l'ultima parola.