Bove in ambulanza, cosa accadde: “Ero indemoniato, cercavo di mordere tutti”. Ha amnesia selettiva

Edoardo Bove continua ad esercitare la virtù della pazienza, in attesa di sapere se potrà o meno tornare a giocare a calcio dopo l'impianto del defibrillatore sottocutaneo resosi necessario in seguito all'arresto cardiaco occorsogli durante Fiorentina-Inter dello scorso 1 dicembre. Quello che è certo è che – stante l'attuale regolamentazione – il 22enne centrocampista romano non potrà esercitare la sua professione sui campi italiani, laddove invece all'estero (vedansi i casi di Eriksen e Blind) è consentito giocare a calcio con un defibrillatore cardiaco impiantato sotto pelle. Tutto questo sempre che continui ad averlo nel petto. Discorsi ancora prematuri per Edoardo, che nel podcast ‘Passa dal BSMT' ha riavvolto il nastro a quella domenica pomeriggio in cui la sua vita è cambiata per sempre: dal malore in campo al trasporto in ambulanza all'ospedale Careggi, fino al risveglio nel nosocomio fiorentino.
Il racconto di Bove inizia dai primi minuti di Fiorentina-Inter: "Mi sono accasciato facendo finta di allacciarmi le scarpe"
"Fin dove arriva il mio ricordo? Allora, io mi ricordo anche le azioni che sono successe prima, quel quarto d'ora me lo ricordo – ha iniziato il suo racconto Bove – Poi mi ricordo che quando ha segnato Lautaro e hanno annullato il gol, io già sentivo girare un pochino la testa. Battere forte il cuore no, zero. Anzi, il giramento di testa magari mi ricordo anche di aver pensato fosse dovuto, non so, all'alimentazione o a un qualcosa, perché non sentivo niente in petto, nessun tipo di dolore. E quindi mi girava così tanto la testa, mi sono accasciato per far finta di allacciarmi le scarpe, perché vedevo che non stavo bene e cercavo un attimo di capire. Secondo me, ho fatto peggio nell'abbassarmi. E quindi poi quando mi sono rialzato, sono andato giù".

Il caos in ambulanza verso l'ospedale: "Ho fatto un bel casino, ero indemoniato"
"I dottori mi hanno chiesto se ho sentito qualcosa al petto, ma io zero, zero. Non ho sentito assolutamente nulla – ha continuato il centrocampista in prestito dalla Roma alla Fiorentina – So che per ogni persona è differente, poi quello è nel particolare di quello che succede, delle patologie che hai o comunque della situazione. Ma non ho nemmeno avuto avvisaglie da parte del mio cuore. Mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nemmeno il percorso in ambulanza o immagini, magari qualcuno… quello assolutamente niente. Infatti, quando mi sono svegliato in ospedale, mi toccavo le gambe, la testa, perché pensavo di aver fatto un incidente. Mi hanno detto che in ambulanza ho fatto un bel casino dopo che mi hanno rianimato, sono comunque shock che ti rimangono. Cercavo di mordere tutti, ero abbastanza indemoniato, ma di questo non mi ricordo".

Bove ha poi spiegato come sia stato colpito da amnesia selettiva, ovvero il processo per cui si dimentica alcuni degli eventi traumatici o post traumatici, confinandoli nel subconscio: "Le prime persone che ho visto mi hanno raccontato che sono stati i miei familiari e la mia fidanzata. Però io non mi ricordo di averli visti. Loro sono venuti la mattina e sono stati i primi ad avermi visto cosciente. Poi le prime persone che mi ricordo fisicamente erano il mister, il direttore sportivo, il direttore generale della Fiorentina. E la cosa incredibile, sulla quale poi mi soffermo, è come il nostro cervello poi tenda a fare un processo isolato da solo, senza che tu glielo chieda, facendoti dimenticare… perché io ero cosciente".