Bove a Sanremo: “Mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nulla. Poi ho visto la reazione dei miei”
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Edoardo Bove è sul palco del Festival di Sanremo 2025. Il calciatore della Fiorentina racconta in diretta tv, durante l'ultima puntata all'Ariston, la sua storia, come sta oggi e cosa gli ha lasciato addosso l'episodio accaduto il 1° dicembre scorso, quando il suo cuore s'è fermato all'improvviso e s'è temuto per la sua vita.
"Mi sono svegliato in ospedale senza ricordare niente – dice con grande emozione -. Solo guardando la reazione dei miei familiari e dei miei amici, anche le persone che non conosco che sono contente di vedermi e me lo mostrano, mi ha fatto capire quanto abbiano avuto paura di perdermi. E questa paura è stata importante".
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È stato soccorso in tempo e ce l'ha fatta. A 22 anni ha rischiato la morte ed è commovente vederlo parlare di sé in maniera spontanea, riflettendo sull'importanza della vita e di quanto sia stato fortunato – come non accade o è accaduto ad altri in una situazione del genere – nel trovarsi nel posto giusto e al momento giusto.
"Sono stato fortunato per come sono andate le cose… in 13 minuti ero in ospedale. Mi sono arrivate, purtroppo, testimonianze di gente che ha perso cari per episodi simili al mio perché non c'è stata prontezza nel primo soccorso. A me invece è andata bene perché è successo tutto nel posto giusto e nel momento giusto. E per questo volevo sottolineare come sia stato importante il soccorso, perché è il motivo principale per cui sono qui oggi".
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Un defibrillatore sottocutaneo lo aiuterà a tenere sotto controllo il cuore ma, alla luce delle leggi e dei regolamenti, in Italia non potrà più giocare almeno fino a quando – come spiegato dal ministro Abodi – i protocolli non saranno modificati.
"Sto vivendo questa esperienza tra alti e bassi – ha aggiunto Bove -. Per me il calcio è la mia forma di espressione, senza di esso non mi sento lo stesso. È come la voce per un cantante o un grande amore che si perde. In questo momento mi sento un pochino incompleto. So che ci vuole tempo, ci vuole tanto coraggio e per questo ho iniziato un percorso di analisi su me stesso, è un percorso che mi fa star male e mi fa soffrire ma so che mi servirà per il futuro, perché so che non mi porta un determinato tipo di problemi".
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L'ultima riflessione ha un valore particolare, Bove trova le parole e un soffio di fiato per scandire le proprie emozioni. Chissà quante volte avrà ripensato al momento in cui s'è fatto tutto buio intorno e poi s'è risvegliato.
"Il mio episodio mi ha fatto capire quanto la linea tra la vita e la morte sia sottile e quanto noi dipendiamo da chi ci è accanto, perché nel momento in cui c'è più informazione sul primo soccorso siamo tutti più al sicuro. Sono grato perché a me è successo tutto in modo così perfetto, ma vorrei stare vicino a quelle persone che hanno perso dei cari in questo modo. Nell'affrontare tutto questo non mi avete mai fatto sentire solo, la vicinanza che mi avete dato mi ha aiutato ad affrontare questo episodio, purtroppo non tutti hanno la fortuna di avere un supporto nella vita".