Borussia Dortmund, i calciatori che temono il contagio saranno liberi di non giocare
Ancora poche ore e poi la Bundesliga riaprirà i battenti. Quello tedesco sarà il primo dei top 5 campionati a ripartire dopo l'emergenza Coronavirus. Al contrario di quanto sta avvenendo in Premier e in Serie A, c'è maggiore compattezza sul protocollo e sulla volontà di tornare a giocare. C'è comunque chi vuole andare incontro ai giocatori, lasciandoli liberi di decidere se scendere in campo o meno. Si tratta del Borussia Dortmund che attraverso le parole del ds Zorc, ha annunciato che i gialloneri che temono il contagio potranno essere liberati dall'obbligo di giocare.
Borussia Dortmund, i giocatori che non si sentono sicuri saranno liberi di non giocare
Sabato 16 maggio riparte la Bundesliga. Il Borussia Dortmund, seconda in classifica con 4 punti di svantaggio rispetto alla capolista Bayern, se la vedrà con lo Schalke nel derby della Ruhr, match di cartello di giornata. Vigilia serena in casa giallonera, con il direttore sportivo Michael Zorc che ha fatto il punto della situazione. La società giallonera vuole andare incontro ai propri calciatori nel caso in cui quest'ultimi manifestassero perplessità sulla ripresa dell'attività agonistica, per il timore di contrarre il Covid. Il Dortmund infatti libererà dall'obbligo di scendere in campo chi non si sentisse abbastanza al sicuro.
Il ds del Borussia Dortmund: "Se qualcuno ha paura, potrà non scendere in campo"
Queste le parole di Zorc sull'argomento: "Se qualcuno ha dei dubbi o ha paura, gestiremo la situazione in modo razionale e li lasceremo liberi di non giocare". Al momento però nello spogliatoio del Borussia Dortmund c'è grande unità d'intenti e nessuno dei calciatori gialloneri sembra intenzionato a rinunciare alla ripresa del campionato. Zorc infatti ha sottolineato: "La mia impressione è che tutti siano felici di poter giocare di nuovo a calcio. Tutti vogliono giocare".
Cosa succederà in Premier o Serie A
Chissà cosa succederebbe se questa decisione del Borussia venisse adottata anche da alcuni club di Premier e Serie A. In Inghilterra infatti sono diversi i calciatori che hanno manifestato pubblicamente la volontà di non tornare a giocare, soprattutto se non dovessero essere modificati alcuni punti del protocollo. Stesso discorso anche in Italia dove i club non sono convinti da alcuni punti delle norme che dovrebbero regolare il ritorno agli allenamenti di gruppo.