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Borriello ricorda il metodo Conte alla Juve: “Vomitavo, Quagliarella bestemmiava in napoletano”

Il ricordo degli allenamenti di Antonio Conte alla Juve è indelebile per Borriello: “Quando uno abbassava un attimo i battiti arrivava il richiamino, dovevi alzare l’intensità, arrivavo appena prima dell’infarto”
A cura di Ada Cotugno
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Marco Borriello ricorda gli anni più belli della sua carriera, quelli in cui ha vinto con le maglie di Juventus e Roma. Dietro la patina del campione ci sono sforzi e sacrifici, con i tempi dettati da i tre allenatori che più lo hanno valorizzato: il ricordo di Gasperini, Conte e Zeman non andrà via facilmente, soprattutto a causa degli allenamenti che imponevano alla propria squadra.

Nella lunga chiacchierata al Bobo Vieri Talk Show l'ex giocatore ha raccontato dei tre allenatori più tosti con i quali ha lavorato: "Nessuno mi ha fatto correre come Gasperini, Conte e Zeman, con loro in tre anni ne ho persi 6 di carriera. Alla Roma non dormivo per la stanchezza".

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Ma è stato Antonio Conte l'unico ad averlo portato al limite: con lui Borriello ha vinto uno scudetto, ma le fatiche per arrivare a quel risultato sono state indescrivibili. "Con Conte vomitavo", ha ammesso nel corso dell'intervista, "Eravamo seguiti dalla Mapei, con il prof Sassi sotto un capannino a controllare tutto e poi i battiti. Quando uno abbassava un attimo i battiti arrivava il richiamino, dovevi alzare l'intensità. Con Conte sono arrivato a 196 battiti. Era appena prima dell'infarto… Te lo giuro, era il 99% dello sforzo".

Gli allenamenti durissimi dell'ex allenatore bianconero davano i suoi frutti in campo dove arrivavano grandi risultati, anche se Borriello ha rivelato che qualcuno non era proprio contento del metodo scelto: "Però era uno forzo che la domenica ti premiava, ricordo ancora le bestemmie di Quagliarella in napoletano".

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Conte è tra gli allenatori che più lo ha colpito, un maestro come lo definisce l'ex attaccante che per lui ha solo belle parole: "Ti sentivi bene e lo dimostravi, infatti abbiamo vinto lo scudetto. Lui è un mostro anche a preparare la partita, ti correggeva, ti migliorava e migliorava la squadra. Un maestro. Dopo due anni non sopporti più certi ritmi".

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