Bordalás minacciato dopo il pari del Getafe col Barcellona: “Cercheremo i tuoi figli e vi uccideremo”
Per José Bordalás la lunga coda velenosa di Getafe-Barcellona non accenna a finire: il tecnico degli "azulones" è stato vittima, via social, di atroci minacce di morte per sé e per la sua famiglia. "Colpa", un post di commento all'1-1 rimediato in Liga contro gli azulgrana in cui faceva i complimenti ai suoi giocatori per un risultato importantissimo. Cui sono seguiti insulti a ripetizione fino a sconcertanti frasi: "Cercheremo te e i tuoi figli e vi uccideremo".
Il messaggio di Bordalás del post partita: "Grande punto!"
Un commento che voleva essere un semplice discorso aggiuntivo di stima e complimenti verso i propri giocatori. Nessun riferimento agli avversari, nessun pensiero alle polemiche scoppiate in campo e dopo. Per José Bordalás invece quelle semplici frasi si sono rivelate un pericolosissimo boomerang: "Grande punto contro un rivale di questa portata. Orgoglioso dell'impegno e della dedizione di tutta la squadra. Continuiamo ad costruire, passo dopo passo. Grazie per il costante supporto al Coliseum!".
Le minacce di morte a Bordalás sul profilo social
Sul profilo Instagram di Bordalás si è presto scatenato l'inferno. L'allenatore del Getafe ha ricevuto diverse minacce di morte sui suoi social sia nei suoi confronti che della sua famiglia , con commenti atroci: "Uccideremo te e la tua famiglia" o "Prima cercheremo i tuoi figli, poi vi uccideremo". Oltre a tutto questo, Bordalás ha ricevuto anche insulti e disprezzo di ogni genere per il suo ruolo di allenatore del Getafe e del suo calcio, a seguito di quanto era avvenuto in campo tra polemiche infinite.
Cos'era accaduto in Getafe-Barcellona: il rigore negato e gli insulti razzisti
Proprio lo svolgimento della gara tra Getafe e Barcellona è stato l'ago della bilancia della follia dei tifosi azulgrana che si sono a lungo lamentati di un rigore eclatante negato da arbitro e VAR e criticato anche da Flick nel post gara: "Non serviva nemmeno il VAR, era evidente, Ma cosa dire, oramai ne capita uno a partita…". Oltre a ciò c'era stato anche il problema del clima intimidatorio con i costanti insulti razzisti nei confronti di Alejandro Balde che aveva denunciato l'episodio all'arbitro che aveva messo tutto a referto.