Bonucci sfida San Siro: “Chi fischia un giocatore della Nazionale è una persona senza cervello”
L'Italia vuole evitare la retrocessione dalla Lega A della Nations League 2022-2023. Per evitare questo contro l'Inghilterra gli Azzurri non devono perdere e dopo il match di lunedì contro l'Ungheria non devono essere all'ultimo posto del gruppo 3. Alla vigilia della sfida contro gli inglesi in conferenza stampa oltre al CT c'è anche capitan Leonardo Bonucci, che ha parlato così della gara di San Siro contro i Three Lions: "Quella di domani sarà una gara molto importante, ci farà capire a che punto siamo del percorso. Dopo la mancata qualificazione al Mondiale e le gare di giugno, con tanti ricambi, domani capiremo dove migliorare e in cosa. Non c'è gara migliore di questa per iniziare il percorso. Bisognerà stare attenti alle loro individualità, soprattutto in attacco hanno giocatori che possono decidere il match da un momento all'altro".
Il difensore è finito nel mirino dei tifosi della Juve per il deludente avvio di stagione e a chi gli parla di ingratitudine risponde così: "Se fossero stati gli ultimi tempi mi sarei sorpreso… Ma è tutta la carriera così, non mi spaventa nulla. Ho vissuto nella vita momenti peggiori, non mi spaventa ormai più nulla".
Sull'eventualità che a San Siro ci siano dei fischi, come accaduto con Gigio Donnarumma in occasione della sfida dello scorso anno contro la Spagna, ha affermato: "Chi fischia un giocatore della Nazionale Italiana per me è una persona senza cervello, in quel momento il giocatore rappresenta tutta la nazione e anche chi sta fischiando. Non vedo perché debba essere fischiato Donnarumma che ha solo fatto una scelta, non è stato il primo a essere fischiato e non sarà l'ultimo. Dobbiamo crescere dal punto di vista culturale, domani ci aspettiamo un San Siro carico".
In merito al futuro del gruppo azzurro, con la rivoluzione che sta portando Mancini in seguito al mancato approdo ai Mondiali del 2022, ha affermato: "C'è un po' di mancanza di coraggio nel farli giocare, ma anche difficoltà nel trovare giocatori di un certo livello pronti per certe competizioni. Però bisogna lavorare e capire che per dare alla Nazionale una squadra all'altezza bisogna rischiare perché il rischio può dare soddisfazioni".