Bonucci parla a nome dell’Italia: “Stasera decideremo tutti insieme se inginocchiarci o no”
C'era grande attesa per le parole di Leonardo Bonucci sul tema rovente dell'inginocchiarsi o meno come segnale di lotta al razzismo prima del match di domani tra Italia ed Austria, ed il difensore azzurro nella conferenza di vigilia ha spiegato che ancora nulla è stato deciso in merito: "Quando stasera torniamo in hotel facciamo una riunione con la squadra e decidiamo tutti insieme cosa fare domani, come dovevamo fare prima di Italia-Galles, e se fare eventualmente una richiesta alla nostra federazione in merito".
L'argomento è stato liquidato così ad inizio conferenza dal difensore azzurro, poi si è parlato di questioni più propriamente calcistiche: "È una gara importante, contro una squadra difficile da affrontare. Rispettiamo l'Austria e i suoi giocatori, hanno capacità e freschezza per fare una grande partita. Sono un gradino sopra le altre tre squadre che abbiamo affrontato. Noi siamo pronti per fare il nostro calcio. Servirà massima attenzione, rispettare l'Austria ma fare il nostro gioco. In squadra c'è un bel clima".
L'Italia di Mancini ha incassato tanti elogi non solo per la striscia record di risultati, ma anche per il bel gioco espresso che ha fatto nuovamente innamorare i tifosi. A volte tuttavia serve anche altro, Bonucci spiega che la squadra azzurra è pronta anche a mollare il fioretto: "Non abbiamo mai detto di sentirci superiori a nessuno. Ci sono partite dove c'è da essere brutti e cattivi. Lo abbiamo fatto dove c'era da difendere il risultato, dove ci siamo abbassati come reparti, dove abbiamo fatto la guerra davanti all'aerea. Dovremo essere bravi a leggere i momenti. La strada intrapresa con Mancini è quella giusta. Ci ha tolto pressioni, ci ha dato fiducia, lo abbiamo seguito dal primo giorno, grande merito a lui. Da parte nostra c'è la voglia di continuare così. L'elemento fondamentale è il gruppo, l'uno più uno che non fa una somma, ma uno più grande".
Bonucci sa di essere un giocatore che divide i tifosi italiani, sempre molto legati al campanile, c'è chi lo ama – soprattutto gli juventini – e chi lo detesta: "Io voglio che gli italiani tifino Italia per questo mese – risponde da cuore azzurro – Se tra un mese diventerò cinquanta amore e cinquanta odio, è quel che mi ha tenuto sempre vivo in carriera. L'importante è che, quando vestiamo la maglia, diamo il massimo".