Bonucci leader ai massimi livelli, dall’altra parte c’è lo Stato: “Abbiamo vinto la trattativa”
La parata fatta dai giocatori dell'Italia campione d'Europa martedì pomeriggio a Roma su un autobus scoperto – dopo essersi recati prima al Quirinale da Mattarella e poi a Palazzo Chigi da Draghi – è diventata un vero e proprio caso politico, alla luce delle durissime dichiarazioni del Prefetto di Roma Matteo Piantedosi in cui il responsabile dell'ordine pubblico nella Capitale ha accusato la FIGC di "non aver rispettato i patti". Alla Nazionale azzurra era stato infatti ribadito più volte che la richiesta di sfilare per Roma su un pullman scoperto "non poteva essere autorizzata" e fino all'ultimo questa linea è stata tenuta ferma. Anzi, quasi fino all'ultimo, ovvero fino a quando i ragazzi di Mancini non sono usciti dal Quirinale, primo dei due incontri istituzionali programmati, col Premier Draghi che li attendeva di lì a poco.
A quel punto c'è stato un primo tentativo di forzare una decisione diversa: Leonardo Bonucci ha discusso in maniera animata con alcuni responsabili della sicurezza che tuttavia hanno confermato il divieto di utilizzare il bus scoperto, provocando la replica del difensore della Juventus. "Se è così, non fateci andare neanche da Draghi e riportateci in albergo", avrebbe risposto Bonucci, come riportato dal Fatto Quotidiano. La minaccia non ha avuto seguito ed i giocatori sono saliti sul pullman – quello sì, coperto – che li ha portati da Draghi. Ebbene qualcosa è decisamente cambiato nei 45 minuti di percorrenza a passo d'uomo tra ali di folla di quei due chilometri che separano il Quirinale da Palazzo Chigi.
Un Bonucci trionfante è infatti sceso dal bus e ha detto ai giornalisti presenti: "Abbiamo vinto la trattativa, poi saliremo sul pullman scoperto, lo dovevamo ai tifosi". Una trattativa portata avanti evidentemente con chi avrebbe dovuto consentire la sfilata in questione, ovvero il Prefetto Piantedosi o la Ministra dell'Interno Lamorgese, insomma con lo Stato ai suoi massimi livelli. Dal Viminale – spiega il Fatto – precisano peraltro che "nessuno ha dato l'ok, abbiamo solo preso atto". Fatto sta che, come spiegato dal Prefetto, "c'erano migliaia di persone in attesa del giro in autobus, vietarlo avrebbe potuto creare problemi di ordine pubblico".
Più che una trattativa vinta, insomma, sembra più uno Stato che si è arreso. Il risultato è stato comunque il medesimo: i giocatori sono saliti sul pullman scoperto – che la Federcalcio aveva affittato fin da venerdì facendolo parcheggiare nelle vicinanze di Palazzo Chigi – ed hanno potuto tuffarsi nell'agognato bagno di folla.