Bonaventura non regge all’emozione, la dedica è intima: “A mio padre Gianfranco che non c’è più”
Ci sono due frasi di Giacomo ‘Jack' Bonaventura che colpiscono e danno l'esatta dimensione dell'uomo e del calciatore. Le pronuncia in conferenza stampa a Coverciano e scandiscono il lungo conto alla rovescia verso le gare di Bari contro Malta (sabato sera) e poi di Wembley contro l'Inghilterra (martedì prossimo) per la qualificazione agli Europei.
La prima è una dedica speciale: "A mio padre Gianfranco", in quelle poche parole c'è tutto il dolore intimo per il genitore che un anno fa è deceduto ma continua a vivere dentro di lui e oggi sarebbe stato orgoglioso di vederlo di nuovo con la maglia Azzurra della Nazionale addosso.
La seconda: "Si può migliorare anche a 34 anni", nella quale c'è tutto l'orgoglio del professionista che saluta il ritorno in Nazionale non come un punto di arrivo ma di partenza nonostante l'età anagrafica lo penalizzi per il futuro. Ma lui sa di avere ancora ottime opportunità da sfruttare in previsione di Euro 2024 che è un sogno a occhi aperti.
La prima volta che ‘Jack' ha ricevuto la chiamata per la convocazione è stato dieci anni fa: nel 2013 partecipò alla sfida contro San Marino (vinta 4-0). L'ultima invece risale al 2020, in occasione della goleada (6-0) rifilata dall'Italia alla Moldavia. A distanza di 3 anni, il centrocampista della Fiorentina può vivere ancora quell'esperienza che per un giocatore è tutto.
Il trend di rendimento in campionato (Bonaventura è stato decisivo e tra i protagonisti assoluti della vittoria della Viola al Maradona) ha convinto il commissario tecnico, la cui interpretazione di calcio ha molti punti di contatto con quella dell'allenatore dei toscani, a dargli una chance.
"Speravo nella convocazione, so che il gioco di Spalletti è simile a quello di Italiano – le parole di Jack -. Credo serva un centrocampo dinamico, che faccia entrambe le fasi. C’è bisogno di andare in area, fare gol, pressare".
Esserci conta tanto, dovesse scendere anche in campo allora gli sembrerebbe di toccare il cielo con un dito. Bonaventura vuol godersi il momento e prendersi tutto quanto la buona sorte gli ha riservato. È pronto, se Luciano Spalletti vuole darà tutto e ne ripagherà la fiducia. A 34 anni nemmeno immaginava di vivere più emozioni e situazioni del genere.
"Ho pensato di non tornare più in Nazionale, perché negli ultimi anni sono stati chiamati ragazzi molto giovani – ha aggiunto Bonaventura -. Però io credo molto nel merito e che è giusto andare in Nazionale se hai un rendimento alto nella squadra in cui giochi". A fare il tifo per lui ci sarà una persona in particolare, lo guiderà da lassù. "Mio padre ci ha lasciato un anno fa ed era molto orgoglioso quando mi vedeva giocare con l'Italia".