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Bomber Retegui dice sì all’Italia grazie al nonno di Canicattì: “È un onore e un orgoglio”

Il padre di Mateo Retegui conferma che l’attaccante del Tigre ha accettato la chiamata dell’Italia, poi fa sognare i tifosi azzurri: “Somiglia a Haaland”.
A cura di Paolo Fiorenza
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L'Italia si aggrappa a Mateo Retegui e spera che il 23enne attaccante – nato in Argentina, ma che nel cassetto ha il passaporto italiano – sia l'uomo della provvidenza che possa dare alla Nazionale di Roberto Mancini i gol di cui abbiamo bisogno come l'ossigeno, stante l'infortunio di Immobile e l'assenza di qualsivoglia alternativa di spessore. Il Ct azzurro, alle prese con una sterilità ormai patologica, si gioca dunque la carta dell'oriundo, convocato assieme ad calciatore sconosciuto ai più come Andrea Compagno, che milita nel FCSB, squadra erede della Steaua Bucarest in Romania.

È realisticamente possibile che ‘El Chapita' Retegui, che nella Primera Division argentina ha segnato tantissimo tra la scorsa stagione e quella attuale con la maglia del Tigre (29 gol in 49 partite totali, di cui 6 nelle 6 gare giocate quest'anno), possa vedersi in campo già dalla prima partita contro l'Inghilterra a Napoli, delle due che l'Italia dovrà giocare il 23 e 26 marzo per iniziare il percorso di qualificazione agli Europei del 2024 (la seconda sarà a Malta). E non solo per ragioni tecniche, per quanto queste siano pressanti, ma anche per fargli giocare quel minuto in una gara ufficiale con la maglia azzurra che renderebbe definitiva la sua scelta per i nostri colori a discapito di quelli della natia Argentina.

Mateo Retegui è un idolo dei tifosi del Tigre
Mateo Retegui è un idolo dei tifosi del Tigre

Il Ct dell'Albiceleste Scaloni del resto finora lo ha snobbato, puntando sui vari Lautaro, Alvarez e ora anche Simeone (convocato proprio ieri), e il ragazzo non ha avuto dubbi nel dire sì in maniera convinta alla chiamata dell'Italia, come racconta suo padre: "Ora non vuole parlare, è emozionato. Mi ha detto solo che è un onore e un grandissimo orgoglio essere chiamato dai campioni d'Europa, se il Ct Mancini lo confermerà (ad ora è una preconvocazione, i giocatori che militano all'estero vengono allertati con preavviso assieme al loro club, ndr). È molto contento e orgoglioso, entusiasta. Ora vuole concentrarsi sul Tigre, sul match di sabato sera contro il Central di Cordoba, restare con i piedi per terra, restare umile".

Carlos José Retegui – detto El Chapa, da cui discende il soprannome anche del figlio – spiega il legame dell'attaccante, il cui cartellino appartiene al Boca Juniors, con l'Italia: "Mateo ha il vostro passaporto grazie al nonno materno Angelo Dimarco, che venne in Argentina ed era delle parti di Canicattì, provincia di Agrigento – dice alla Gazzetta dello Sport – In Italia ci è stato nel 2006, quando io ho vissuto in Sardegna nel 2006, allenando il Suelli Cagliari di hockey su prato. E Mateo veniva qualche settimana con sua madre e sua sorella, poi tornava in Argentina".

Retegui in questo avvio di stagione ha la media di un gol segnato a partita
Retegui in questo avvio di stagione ha la media di un gol segnato a partita

Papà Retegui, che di hockey su prato è stato prima campione e poi Ct dell'Argentina medaglia d'oro alle Olimpiadi del 2016 a Rio, tratteggia le caratteristiche del figlio: "In passato gli piacevano gli attaccanti possenti e tecnici come lui: Vieri dell'Inter, Van Basten del Milan, Batistuta della Fiorentina. Adesso Ibrahimovic e Haaland, molto simile come gioco a Mateo. Che è ambidestro e bravissimo e potente di testa. Prima, da ragazzino, giocava da volante, il centrocampista davanti alla difesa, nelle giovanili del River. L'ha fatto dai 9 ai 14 anni, poi ha lasciato perché era fortissimo anche nell'hockey prato, lo sport di famiglia, è stato anche nazionale giovanile. Finché a 15 anni, quando praticava entrambi gli sport, l'ha ‘riscoperto' uno scout del Boca e l'ha convinto a giocare a calcio".

L'Argentina calcistica non ci ha mai fatto il pensiero ("l'ha chiamato soltanto una volta l'Under 19 nel 2018 per un torneo sudamericano e poi basta") e adesso il futuro di Mateo Retegui potrebbe essere in Europa, non solo per via della nazionale azzurra: "Mateo al Tigre deve tutto, fino a fine anno non si muove. È ancora di proprietà del Boca Juniors, con possibilità di acquisto da parte del Tigre del 50 per cento del cartellino entro la fine dell'anno. Quindi dovranno mettersi d'accordo con entrambi i club per comprarlo. Dico soltanto che l'hanno cercato molti club europei, è il suo sogno, ovvio, l'Europa".

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