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Boateng ricorda gli allenamenti con il Barcellona: “Mi ha fatto sentire scarso”

L’ex giocatore di Milan, Sassuolo e Fiorentina, oggi al Monza di Berlusconi e Galliani, ha ricordato l’esperienza catalana: “All’inizio non ci credevo, pensavo mi cercasse l’Espanyol di Barcellona, non il Barcellona vero e proprio. Allenarmi con Messi mi ha lasciato senza parole. Per la prima volta nella mia carriera, mi sentivo scarso: faceva delle robe incredibili, mi veniva voglia di dire ‘lascio perdere, smetto di giocare'”.
A cura di Alberto Pucci
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Archiviata la breve esperienza in Turchia, Kevin Prince Boateng è rientrato in Italia grazie alla chiamata del Monza di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Il trentatreenne attaccante ex Milan, che nel nostro paese era già tornato tre volte dopo la vittoria dello scudetto rossonero con Massimiliano Allegri, nell'intervista concessa recentemente a Dazn, ha parlato della sua avventura a Barcellona e della condivisione di campo e spogliatoio con Leo Messi.

"Quando mi ha chiamato il mio agente non ci credevo, pensavo mi cercasse l’Espanyol di Barcellona, non il Barcellona vero e proprio – ha raccontato il ghanese – I sei mesi in blaugrana sono stati incredibili. Allenarmi con Messi mi ha lasciato senza parole. Ho sempre pensato che Cristiano Ronaldo fosse il più forte al mondo, ma Messi è un’altra cosa, non è normale. Mi allenavo con lui e, per la prima volta nella mia carriera, mi sentivo scarso: faceva delle robe incredibili, mi veniva voglia di dire ‘lascio perdere, smetto di giocare'".

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La festa scudetto e il razzismo

Durante la lunga intervista concessa a Diletta Leotta, il giocatore del Monza ha inoltre ricordato proprio i festeggiamenti per il tricolore e la sua lotta contro il razzismo: "Quella di San Siro fu una serata pazzesca. Non mi ero preparato per il Moonwalk, mi avevano avvisato solo poco prima della partita che l’avrei fatto e all’ultimo ho scoperto che c’era il vestito pronto ed un palco. È stato il momento con più pressione della mia carriera perché c'erano 85 mila persone che mi fissavano. Il razzismo? Nel calcio non è cambiato nulla dal 2013: forse qualche multa in più, ma non è cambiato niente e questo è davvero triste – ha concluso Boateng – In quell'anno dicevo sempre che la mia speranza era quella che i bambini non sapessero mai cosa significava il razzismo, e invece purtroppo oggi se ne sente parlare più di ieri".

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