Blanco poteva fare il calciatore, poi quell’incontro: “Mister mi dispiace ma ho scelto”
Si è presentato sul palco dell'Ariston quasi in punta di piedi, ma con il suo talento ha già conquistato tutti. Blanco è una delle rivelazioni del Festival di Sanremo: il brano Brividi, cantato in coppia con Mahmood si è rivelato sin da subito un successo, come confermato dalle classifiche parziali e dal record di riproduzioni in streaming su Spotify. La musica non è l'unica passione per Blanco che nella sua giovane vita, ha dimostrato di avere un feeling speciale con il pallone e con il calcio. Nel suo passato infatti c'è infatti anche un'importante esperienza sul rettangolo di gioco, preludio di una possibile carriera professionistica, interrotta quasi sul nascere per seguire quella musicale.
C'è stato un tempo in cui Blanco, all'anagrafe Riccardo Fabbriconi, era per tutti "Il fabbro". Questo il nomignolo che compagni e allenatori utilizzavano per chiamare quel ragazzino che aveva dimostrato di avere doti calcistiche interessanti. Nato a Calvagese della Riviera, un paese in provincia di Brescia nel 2003, Riccardo è cresciuto nel vivaio della Feralpisalò, società che milita attualmente in Serie C. Al suo attivo anche un'esperienza con la Vighenzi a Padenghe sul Garda, di cui fu anche capitano negli Allievi, fino al 2019 quando decise di dedicarsi anima e corpo alla sua passione per la musica. Quel ragazzo abile a giocare come difensore centrale, con doti tecniche e margini di crescita importanti, decise così di provare a passare dal campo al palcoscenico.
E le cose per lui sembrano aver preso la piega giusta e con Sanremo 2022 che potrebbe regalargli la definitiva consacrazione. E pensare che quando ufficializzò la decisione di lasciare il pallone, tutti rimasero un po' spiazzati avendo visto in lui, i margini per una carriera anche importante. A tal proposito significative sono le parole a Corriere.it di Vittorio Sandrini, allenatore giovanile della Vighenzi, che ricorda benissimo quel momento: "Ci disse che si era sempre trovato molto bene, che gli sarebbe dispiaciuto lasciarci, ma che aveva scelto la musica. Non ci credemmo fino in fondo, quando ce lo confidò. Sapevamo che cantava, alcune tracce si potevano trovare sul suo canale YouTube, di ritorno dalle trasferte in pullman i ragazzi intonavano spesso “Notti in bianco”. Ma non avevamo compreso quanto per lui la cosa fosse seria, tanto che insistemmo perché provasse a fare entrambe le cose. Inizialmente accettò, poi ci pensò la pandemia a rendere definitiva la sua decisione".
E alla fine ha avuto ragione proprio Blanco. Con il sennò di poi, non si può che riconoscere il carattere di quel 17enne che ha deciso di imboccare una strada con numerose incognite, lasciandone una che a giudicare dal suo ex tecnico gli dava delle garanzie: "Ancora adesso è una delle cose che mi stupisce maggiormente, perché non ne conosco tanti di suoi coetanei che abbiano avuto la sua convinzione nell’intraprendere con tutto sé stesso un percorso. Anche perché lui avrebbe lasciato una strada che gli dava prospettive, per un’altra che non portava con sé alcuna garanzia di successo".
L'emozione ora per il "Fabbro" è immensa. D'altronde la cosa più importante è che o con lo sport, o che attraverso la musica Riccardo sia riuscito a far vedere a tutti di che pasta e fatto, con il suo grande talento: "Pensavo fosse uno scherzo, invece sette mesi dopo mi sono ritrovato ad ascoltare un suo pezzo in radio: ero in macchina, stavo guidando verso Montichiari, quando su Radio Zeta passarono “La canzone nostra”. Gli telefonai subito, colmo di emozione. La stessa provata martedì osservandolo in televisione. Una storia incredibile, penso che nemmeno lui potesse aspettarselo. Figuriamoci noi. L’importante è che abbia trovato il modo più congeniale per esprimere quello che ha dentro. Quello che fuori dal campo nascondeva, che in campo faceva intravedere, e che col microfono in mano sta mostrando a tutta Italia".