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Bisseck e una magia di tacco di Arnautovic, l’Inter vince col Lecce: respinto l’assalto della Juve

Il successo (2-0) lascia invariato il vantaggio dei nerazzurri: si regalano un Natale in vetta alla Serie A a +4 sulla Juve e col Milan che sparisce dagli specchietti (-9). Pregevole la prodezza dell’austriaco: assist di tacco per il raddoppio di Barella.
A cura di Maurizio De Santis
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Il difensore tedesco, Bisseck, protagonista nella sfida contro i salentini.
Il difensore tedesco, Bisseck, protagonista nella sfida contro i salentini.

Bisseck, quello che non t'aspetti. Ci pensa lui a scacciare via i cattivi pensieri che affiorano nella testa dell'Inter contro il Lecce. E ancora Arnautovic che propizia il raddoppio di Barella con un tacco che è pura magia, vale come un gol e compensa un errore imperdonabile sotto porta. I nerazzurri svettano in Serie A anche a Natale, aggiungono un altro +3 in classifica così da tenere la Juve a distanza (-4, nonostante la vittoria a Frosinone) e far scomparire il Milan dagli specchietti (-9).

Il difensore tedesco colpisce una traversa poi segna con una capocciata, senza nemmeno vedere la porta. L'ha "sentita", si dice in gergo, e la deviazione ‘no look' che fa in area si rivela una traiettoria imprendibile per il portiere dei salentini. Il cross pennellato da Calhanoglu è perfetto, il resto lo fa l'inzuccata in mischia. Gol, San Siro può esplodere finalmente. Perché là davanti, senza Lautaro e con Arnautovic che fa tutto bene meno che segnare a un metro dalla porta, si soffre e s'impreca. Ma l'austriaco trova il modo di guadagnarsi l'indulgenza.

La deviazione di testa di Bisseck: segna il gol del vantaggio dell'Inter.
La deviazione di testa di Bisseck: segna il gol del vantaggio dell'Inter.

Il gesto che fa Simone Inzaghi è eloquente: si lascia scivolare le mani addosso come a volersi ripulire l'anima dall'ansia per una rete che non arriva. E può respirare. Non ha il ‘toro' in attacco, poi c'è ancora il magone dell'eliminazione dalla Coppa Italia (per mano del Bologna rivelazione) che è un nervo scoperto e il Lecce è avversario che può farti male all'improvviso. Succede nella ripresa quando l'arbitro, Marcenaro, concede un calcio di rigore ai pugliesi per un ‘braccino' sospetto di Carlos Augusto. Il Var lo richiama, va all on-field-review e annulla la decisione. Altro sospiro di sollievo.

Gestire e ripartire. L'Inter che ha speso molto fa quel che meglio sa fare: è squadra quadrata, ha uomini per trincerarsi (senza fare le barricate) e altri ancora per ripartire. Thuram e Mkhitaryan imprimono all'azione un'accelerata improvvisa: è come un lampo dal quale sbuca Arnautovic, anticipato di un soffio. Il Lecce resta vivo con Strefezza, Piccoli e Banda che qualche scompiglio pure lo creano ma rischia il colpo del ko. Lo può vibrare ancora una volta Bisseck che non è abbastanza fortunato.

La delusione di Arnautovic per aver fallito un'ottima occasione da rete.
La delusione di Arnautovic per aver fallito un'ottima occasione da rete.

Il 2-0, quello della sicurezza, non arriva. D'Aversa cambia qualcosa (Rafia per Strefezza poi Krstović per Piccoli) e trova quelle energie preziose che servono per tentare l'assalto e il pareggio. Un doppio salvataggio di Acerbi, prima respinge poi chiude in scivolata su Rafia, è un campanello d'allarme. La conclusione di Kaba dalla distanza ne è la conferma: Sommer in due tempi neutralizza la sfera. L'Inter s'è abbassata troppo, Inzaghi toglie Calhanoglu e rilancia Asllani. Arnautovic inventa un colpo di tacco che innesca Barella: arriva il 2-0, sipario a San Siro.

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