Bilardo non sa della morte di Maradona: “Guarda la TV e chiede ‘Perché quelle bandiere di Diego?'”
Una bugia, o meglio un'omissione, a fin di bene. Medici e familiari hanno deciso di non informare Carlos Bilardo della morte di Diego Armando Maradona. Sono trascorsi quasi 4 mesi dall'addio alla grande gloria argentina, una notizia che sarebbe stata troppo difficile da digerire per l'ex ct della nazionale a lui legatissimo e alle prese con una malattia neurodegenerativa. In alcuni momenti però Bilardo ha sospettato qualcosa, come rivelato dal fratello Jorge, soprattutto in occasione delle partite di calcio.
Un rapporto unico quello tra Carlos Bilardo, ex allenatore, e Diego Armando Maradona. I due oltre a condividere lo spogliatoio a Siviglia e al Boca Juniors, hanno vinto il Mondiale del 1986, con il Pibe che ha predicato calcio sotto la guida del commissario tecnico, sfiorando poi il bis nel 1990. Un sodalizio proseguito anche dopo, quando Dieguito è diventato selezionatore dell'Albiceleste, e Bilardo lo ha "aiutato" nelle vesti di dirigente. Un feeling troppo forte che si è spezzato il 25 novembre scorso, quando Maradona è venuto a mancare.
Una notizia che è stata tenuta nascosta a "El Narigon" (il nasone), per evitargli un dolore impossibile da digerire, soprattutto alla luce delle sue già precarie condizioni di salute. Carlos Bilardo infatti, già da tempo combatte con la sindrome di Hakim-Adams, ovvero una malattia neuro-degenerativa che incide in maniera importante anche sulla sua lucidità, e dunque sui suoi ricordi. Nel giorno del suo 83° compleanno, Bilardo che vive in un appartamento di Buenos Aires, sottoponendosi a cure mediche specializzate dopo un lungo periodo in una clinica specializzata ha ricevuto gli auguri di tutto il mondo del calcio e anche di suo fratello Jorge.
Quest'ultimo in un'intervista a Cielosports, ha fatto il punto sulle condizioni dell'ex ct della nazionale che forse ha qualche sospetto sulla morte di Maradona: "Carlos non ha saputo nulla della morte di Maradona o Sabella. Vede le partite di calcio, ma a basso volute. L'altro giorno mi ha detto ‘Ci sono tante bandiere per Diego, come mai?'. Fa male vederlo così perché era attivissimo e ti chiamava sempre. È cambiato il ritmo della sua vita. Se migliorerà lo porteremo allo stadio per fargli vedere la sua statua".