Bierhoff dice una cruda verità sull’Italia che affronta la Germania: a Spalletti fischiano le orecchie

Italia–Germania non è, né sarà, mai una partita come le altre. Soprattutto adesso che i tedeschi ci guardano con la benevolenza di chi crede di poterci rifilare un paio di sberle affettuose dietro la nuca. "Non ci fate più paura", dice l'ex attaccante Oliver Bierhoff. E le sue parole non sono un colpo di tesa: tracciano la realtà di una Nazionale Azzurra che, reduce da due mancate qualificazioni ai Mondiali, ha perso quell'immagine di solidità e qualità che la rendeva un avversario ostico, da temere. Adesso l'affronti con la consapevolezza che per batterla non serve un'impresa, che un tempo poteva farti male davvero con un tocco di Pinturicchio e un ‘cucchiaio' di Totti. Oggi no, è tutto cambiato. Ahinoi. E i rigori di Euro 2016 hanno contribuito a esorcizzare quella che veniva considerata "una vera e propria bestia nera". Ahiloro.
"L'Italia non è più l'avversario di cui si ha timore", ha ammesso l'ex calciatore alla Gazzetta dello Sport. Non è presunzione, né arroganza. Solo la dura opinione di chi in campo c'è stato e ha toccato con mano cosa vuol dire trovarsi dinanzi a difensori del calibro di Maldini, Cannavaro, Nesta (tanto per citarne alcuni) oppure attaccanti dotati di estro, classe, personalità come Del Piero che alla Germania fece male, malissimo ai Mondiali 2006. "Quello che dico non va preso come un'offesa. Penso, però, che nel 2006 l'Italia era una squadra che aveva tanta qualità. Nel 2020 ha vinto gli Europei con merito ma tanti nomi non erano e non sono al livello del passato". A Spalletti e agli Azzurri fischiano le orecchie.

E mentre in Italia si fanno già i conti sul doppio confronto (il primo, domani sera a San Siro), su quanto possa essere importante battere la Germania per ritrovarsi in un girone di qualificazione alla Coppa del Mondo 2026 più abbordabile, Bierhoff mette un dito nella piaga. "Una squadra che vince anche ai supplementari ha sempre qualcosa in più, come noi nel 2014 con l’Argentina. Nel 2006 ci impegnammo fino allo stremo delle forze ma l'Italia aveva qualche tocco in più, vedi quello di Del Piero".
Poi c'è stato Mario Balotelli, che ha forse raggiunto l'apice della carriera proprio grazie alla doppietta e all'esultanza a dorso nudo proprio la Germania. Quando era l'Italia a non averne preoccupazione. Di quel match agli Europei ricorda una cosa in particolare, a cominciare dalla convinzione che fu sbagliata l'interpretazione della gara da parte del ct, Low. Però l'Italia faceva paura… "Giocò in maniera troppo difensiva perché ebbe troppa paura, tanto da sacrificare Kroos in marcatura su Pirlo. Abbiamo perso 2-1, prendendo il raddoppio di Balotelli partendo da calcio d'angolo per noi. Che gol stupidi subimmo…".

La liberazione fu la vittoria ai rigori contro gli Azzurri di Conte. Noi ricordiamo il balletto di Zaza e la sicumera di Pellé (che mimò qualcosa per impressionare Neuer) dal dischetto: finì malissimo. Loro invece vivono quell'evento come la fine di un incubo. "In campo noi avevamo sicuramente più qualità, ma l’ultimo rigore è entrato in maniera strana, debole. Si vede che era scritto nel destino".