Bernardeschi si è tenuto dentro il segreto per mesi: “Non l’ho detto neanche a Cristiano Ronaldo”
In attesa di scendere in campo, Federico Bernardeschi già ha fatto innamorare i tifosi del Toronto con la sua presentazione ufficiale diventata show. Il 28enne ex juventino non si è fatto mancare niente tra salti e cori, infiammando la platea con dichiarazioni di grande apprezzamento per la città e fiducia nel progetto: "Ho scelto di venire qui perché voglio vincere", ha detto.
Nella squadra canadese Bernardeschi ritrova Insigne e Criscito: è su loro tre che il club allenato da Bob Bradley punta per risalire da una situazione attuale che lo vede in grande difficoltà nella Eastern Conference dove è penultimo, molto lontano dai playoff. Il carrarino ha voluto fortemente l'avventura in Major League, preferendola ad altre soluzioni italiane ed europee. Si era parlato di Napoli e Atalanta soprattutto: "Ringrazio tutti. In particolare mister Gasperini e il direttore sportivo D'Amico, che mi volevano fortemente a Bergamo – spiega alla Gazzetta dello Sport – Mi ha cercato anche un club di Premier, a Londra. Ma non posso svelare chi. Il Tottenham? Diciamo che ammiro Conte spudoratamente".
Una scelta dunque più che ponderata, anzi inseguita con tenacia dal toscano. Nessuna soluzione last minute o per assenza di alternative. Bernardeschi svela che l'operazione affonda le sue radici in tempi non recenti: "Era da ottobre che pensavo a questa soluzione e sto toccando con mano che è meglio di quanto mi aspettassi, il club è super. Mia moglie Veronica mi ha incoraggiato subito, è stata attenta anche a tenere il segreto. Lo sapevamo solo in quattro o cinque. Il mio agente Andrea D’Amico è stato bravissimo a sbrogliare la matassa, quando ad aprile c'era un problema di budget".
Un'operazione tenuta nascosta a tutti: "Occorreva l'ok della Mls, perché lì la Lega deve autorizzare certi investimenti. Perciò non potevamo parlarne con nessuno. Non l'ho detto neanche a Cristiano Ronaldo – spiega l'ex bianconero, facendo intuire che tuttora si sente col portoghese – A Torino è nato un rapporto speciale tra noi, anche tra le famiglie. CR7 non è il numero uno solo in campo, è semplice e alla mano con chi gli è vicino".
Voltandosi indietro resta l'orgoglio: "Ho vinto 9 trofei, ho giocato nella Juve: cosa potevo chiedere di più a me stesso. Non devo dimostrare niente. Nella mia carriera ora c'è spazio per nuove emozioni e Toronto è il trampolino giusto. Io il Ronaldo del Toronto? Lo considero come un augurio. Ho scelto di firmare un contratto che mi può legare a questo club sino al 2028. E condivido le ambizioni dei dirigenti e del pubblico. La Juve? Mi considero il primo tifoso bianconero. A Torino sono cresciuto in tutti sensi, sono diventato padre, sono maturato come professionista".