Berlusconi parlava di Superlega nel 1988: “Giocheremo sempre a Madrid e non in paesini di provincia”
La Superlega è diventata realtà. Non si conoscono i nomi di tutte le venti squadre che vi parteciperanno né quando si terrà la prima edizione. Ma il progetto viaggia spedito. La Superlega dovrebbe essere il futuro del calcio mondiale, al netto di tante voce contrarie, incluse quelle della politica. Da anni si parla di un progetto del genere, ma il primo ad aver parlato di un grande torneo internazionale è stato Silvio Berlusconi. E quelle parole dette in un'intervista del 1988 oggi sono tremendamente attuali.
Giocheremo sempre a Madrid e Barcellona
Il Milan aveva vinto lo scudetto da pochi giorni, con un finale di stagione eccezionale la squadra guidata da Sacchi rimontò il Napoli di Maradona e conquistò il primo titolo dell'era Berlusconi. Il 17 maggio 1988, mentre erano ancora grandi i festeggiamenti e mentre si preparava a disputare la Coppa dei Campioni (che il Milan vinse sia nel 1989 che nel 1990), l'allora presidente rossonero rilasciò un'intervista al Corriere della Sera in cui parlò di un campionato continentale:
Nelle coppe europee prevale l’imponderabile. Dobbiamo trasformarle in un campionato continentale, con certezze gestionali ed economiche per le società. Andremmo a giocare sempre a Madrid, Barcellona e Lisbona, non in qualche paesino sperduto di provincia.
Con che spirito una provinciale può giocare a San Siro
In quell'intervista Berlusconi predisse il futuro. Tante intuizioni dell'imprenditore sono diventate poi parti fondamentali del mondo del calcio, ma quelle parole ora risuonano in modo differente. Tenendo ben presente che da quel momento in poi la Coppa dei Campioni è diventata Champions League e ha cambiato più volte (in quasi tre decenni) la propria formula. Ma certo ora con la Superlega sta per prendere vita il progetto esposto dall'ex Presidente del Consiglio 33 anni fa:
Le formazioni di un certo livello, capaci di contare su vasto pubblico e incassi conseguenti, devono poter competere tra di loro. Poi eventualmente si può studiare una formula basata sui playoff. Anche la Serie A a 18 squadre va contro gli interessi del calcio. Con che spirito una provinciale può venire a giocare a San Siro? Al massimo per tenere lo 0-0.