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Bergomi non molla, accanimento su Eriksen: “Per il salto in Europa serve altro”

Niente da fare, neanche l’essere diventato protagonista nella cavalcata verso il probabile Scudetto dell’Inter ha fatto cambiare idea a Beppe Bergomi: secondo l’ex capitano nerazzurro, Christian Eriksen non è a un livello da Champions League e andrebbe rimpiazzato in estate: “In quella zona serve altro”. Altro come Goretzka, secondo lo ‘Zio’.
A cura di Paolo Fiorenza
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Che Beppe Bergomi non sia un estimatore di Christian Eriksen – eufemismo – non è certo un segreto, visto quante volte l'ex capitano dell'Inter ha bastonato il danese in telecronaca e nel salotto di Sky. Le parole taglienti dello ‘Zio' sono spesso finite in tendenza sul Twitter interista, dove in molti lo accusano di essere prevenuto di fronte a un giocatore che non andrebbe discusso in maniera così pregiudiziale, sia per il pregresso in carriera che per il suo attuale rendimento.

Se qualcuno pensava che la cavalcata della truppa di Conte verso uno Scudetto sempre più probabile, e soprattutto col contributo da titolare di Eriksen sulla mattonella di mezzala sinistra, avesse fatto cambiare idea a Bergomi, niente di più sbagliato. Per il campione del mondo di Spagna '82 l'ex Tottenham è l'anello debole di cui tener conto in vista di un deciso upgrade della rosa nella prossima estate, almeno se si vuole avere ambizioni di fare strada in Champions League, dopo la brutta eliminazione nei gironi di quest'anno.

Sulle pagine della ‘Gazzetta dello Sport', Bergomi marca la differenza con gli altri due centrocampisti titolari dell'Inter e si spinge a fare il nome che secondo lui potrebbe fare la differenza al posto di Eriksen.

"Serve un centrocampista con 6-8 gol nelle gambe. Un Matthäus , per capirci. Oppure, per restare ai giorni nostri, un Goretzka. Non è più il caso secondo me di pensare a Kanté. Considero Brozovic e Barella perfetti. È sul terzo nome che andrebbe fatto l’investimento. Ok, c'è Eriksen che sta lì e fa il suo. Ma per fare il salto in Europa servirebbe altro in quella zona. In Champions si gioca un calcio diverso: c'è bisogno di gente di passo, in grado di saltare l'uomo, di fare la differenza nell'uno contro uno. È un’altra storia, un altro torneo".

Con buona pace del danese, che da metà febbraio è diventato un punto fermo per Conte. Al leccese è riuscito a far cambiare idea a suon di prestazioni e attitudine in campo, a una bandiera nerazzurra come Bergomi ancora no. Una bocciatura che appare definitiva.

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