Bergomi a Fanpage: “Italia agli Europei forte come Inghilterra, Germania e Spagna”
L'Italia si avvicina all'esordio agli Europei 2021 contro la Turchia nella gara inaugurale che si giocherà domani, venerdì 11 giugno, allo stadio ‘Olimpico' di Roma. Gli azzurri, inseriti nel gruppo A insieme a Galles e Svizzera, partono con il favore dei pronostici per superare la fase a gironi. Ci si aspetta molto dalla Nazionale di Mancini che ha ritrovato entusiasmo e consapevolezza nei propri mezzi dopo la mancata qualificazione agli ultimi Mondiali. Beppe Bergomi, ex capitano dell'Inter e campione del mondo con l'Italia ai Mondiali del 1982, oggi commentatore e opinionista su Sky Sport, sarà in telecronaca insieme a Fabio Caressa per il match di domani alle 21 in diretta TV su Sky Sport Uno e Sky Sport Football. In esclusiva per Fanpage.it, ha giocato in anticipo gli Europei degli azzurri, provando a tracciarne il cammino nel torneo continantale: "Mi aspetto di vedere l'Italia in semifinale, anche se la Francia è un gradino più in alto di tutti".
Bergomi, i suoi ultimi Europei sono stati nel 1988. Che ricordo si porta dietro?
"Era un altro calcio. Una volta andare agli Europei era difficile. Arrivavano solo otto alla fase finale. Anche noi campioni del mondo dell’ottantadue non andammo a fare l’Europeo nel 1984. Quella è stata una bella nazionale e arrivava dall’U21 di Vicini mantenendo i vari Bergomi, gli Altobelli e i Franco Baresi. Il gruppo era bello e giocammo una fase finale molto buona. Poi la Russia ci ha messo sotto e non siamo riusciti a fare nulla".
L'Italia di Mancini è accompagnata da tanto entusiasmo, come quella di Conte agli ultimi Europei. In cosa sono diverse?
"Conte ha fatto un grande lavoro con il materiale che aveva a disposizione raggiungendo un risultato importante e andando fuori solo ai rigori con la Germania. Sia Conte che Mancini hanno due filosofie di calcio diverse ma tutti e due sono vincenti. Antonio ha fatto un grande lavoro ma non aveva a disposizione quello che ha Mancini che però è stato bravo a coinvolgere tutti i ragazzi. Ha aperto un po' a tutti come se fosse una squadra da club creando un senso di appartenenza generale".
Ipotizziamo una griglia di partenza: dove siamo?
"Non partiamo in pole, ma possiamo fare bene. La cosa importante è che Mancini sia bravo nella comunicazione. Lui questo sa farlo bene. Poi se vogliamo dire che la Francia può avere una rosa più completa, è vero, però le altre come Inghilterra, Spagna e Germania sono forti ma hanno rose che presentano diverse lacune. Ecco perché io credo che l'Italia possa giocarsela. Metterei la Francia davanti a tutte, poi le altre sulle stesso piano dell'Italia".
Tanti giudizi positivi, ma si è detto che a questa Nazionale siano mancati grandi banchi di prova.
"Nella Nations League abbiamo giocato contro Polonia e Olanda: un pareggio e una vittoria, ma non abbiamo mai perso. Abbiamo conquistato un 1-0 e uno 0-0. Il torneo si giocherà proprio contro queste grandi squadre e io penso che lentamente saremo pronti anche per affrontare queste sfide: non ci spaventa".
Chi sarà l'uomo in più dell'Italia agli Europei?
"Io penso che Insigne abbia fatto veramente un grande campionato, di leadership e autorevolezza. In Nazionale sta facendo bene perché sente la fiducia di tutti e credo possa darci grandi soddisfazioni".
Da difensore: che effetto fa vedere ancora Bonucci e Chiellini al centro della difesa?
"Ci sta perché nel finale di stagione Giorgio ha fatto bene e se loro stanno bene fisicamente possono ancora vincere. Poi Acerbi, Bastoni e Toloi possono dare una mano, ma inizialmente è giusto partire con loro al centro della difesa".
Ai giovani diamo poche occasioni, ma quando succede si crea grande pressione. Come con Raspadori…
"Lui è una scelta diversa rispetto a un giocatore messo meglio fisicamente. Mancini ha scelto sempre giocatori che sono funzionali ad un gioco palla a terra, con centrocampisti piccoli ideali per quel tipo di gioco, Cristante a parte. Per questo è giusta la scelta di Raspadori. Rientra nella mentalità e nel gioco che Roberto ha voluto dare in questi anni".
Ne ha fatto le spese Kean. Se lo aspettava?
"Sono scelte. Mancini ha avuto la fortuna che da 23 sono passati a 26 giocatori e ha potuto inserire altri tre elementi. Non ha fatto male a lasciare fuori Kean, anche se ha disputato una buona stagione. Ha scelto giocatori ideali per un gioco palla a terra, fatto di costruzione, orchestrato da esterni di qualità come Insigne, Berardi, Bernardeschi".
Oltre alle favorite: una rivelazione?
"La Francia è la favorita, l’Inghilterra la metto lì insieme al Belgio. La Danimarca può fare un buon torneo. L’Italia credo che possa migliorare la posizione degli ultimi Europei, quindi mi piacerebbe vederla minimo in semifinale".
Seguirà tante partite per Sky: i nomi che ha annotato sul suo taccuino.
"Kanté sicuramente, ma mi intriga capire se i giovani inglesi – Mount e Foden su tutti – riescono a fare un Europeo importante. Attorno all'Inghilterra spesso si creano tante aspettative alla vigilia dei grandi tornei che poi lentamente si sgonfiano. Sono curioso di capire se i giovani inglesi emersi in nel corso di questa stagione potranno dare quella marcia in più per fare la differenza".