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Bergessio macchina da gol a 36 anni: l’Uruguay ai suoi piedi, il Nacional campione

In pochi lo avrebbero detto, quando l’allora 31enne Gonzalo Bergessio lasciò la Serie A nel 2015 dopo aver mestamente chiuso la sua avventura in Serie A con la Sampdoria, ed invece l’ex attaccante del Catania in Uruguay è diventato un bomber mostruoso: gol e titoli a pacchi, il ‘Lavandina’ è l’idolo di un popolo.
A cura di Paolo Fiorenza
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Chi lo avrebbe detto che lo avremmo ritrovato super bomber, quando – nel giugno 2015 – rescisse il contratto con la Sampdoria per tornare mestamente in Sudamerica avendo definitivamente archiviato le ambizioni di carriera europea. All'epoca Gonzalo Bergessio aveva 31 anni ed il meglio sembrava già alle spalle. Ed invece, 6 anni dopo e con 37 da compierne il prossimo luglio, l'attaccante argentino è rinato, anzi di più: in Uruguay è idolo assoluto, dopo aver trascinato per la seconda stagione di fila il Nacional alla vittoria nel campionato nazionale, con tanto di titolo di capocannoniere.

L'ex attaccante del Catania non è che segna tanto: segna a pacchi, a caterve, come se non ci fosse un domani. I suoi numeri sono mostruosi da quando nel gennaio 2018 ha lasciato il Velez per giocare a Montevideo nel Nacional. Nell'ultimo campionato ha messo a segno 25 gol in 37 partite, dopo i 20 in 34 e i 17 in 35 che aveva realizzato nei due tornei precedenti, portando a casa gli ultimi due titoli nazionali e la palma di massimo marcatore. In totale, in tutte le competizioni in maglia Nacional, Bergessio ha sfondato la rete 70 volte in 137 match.

Non proprio quello che qualcuno si sarebbe aspettato dal ‘Lavandina' – ‘Candeggina', il suo nomignolo per i capelli ossigenati dei tempi andati – quando si dava da fare sui campi della Serie A, pur avendo fatto il suo in maglia Catania, come testimoniano i 37 gol segnati nelle 113 volte in cui è sceso in campo con gli etnei, prima dell'ultimo declinante anno alla Samp, con una sola rete messa a tabellino in campionato.

Ma il ‘Toro' – altro nickname che ne esalta la potenza – visto squassare le aree di rigore in Uruguay è altra roba, è goleador seriale da idolatria di un popolo. Cosa altro dire di un attaccante che nella doppia finale dell'ultimo campionato contro il Rentistas ha segnato – tra andata e ritorno – 3 gol sui 4 totali del Nacional? "Mi sento orgoglioso perché abbiamo attraversato tante difficoltà e siamo andati avanti. Essere capocannoniere è merito dei miei compagni, da solo non avrei potuto fare nulla": le parole di un leader. A Catania, dove ancora gli vogliono bene, sarà scesa una lacrimuccia.

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