Benzema scherza col fuoco: assente nel processo sul sextape di Valbuena, rischia il carcere
Dopo 6 lunghi anni potrebbero presto scorrere i titoli di coda sullo scottante caso del sextape di Mathieu Valbuena. È iniziato oggi il processo che vede tra gli imputati anche l'ex compagno in nazionale dell'attuale giocatore dell'Olympiakos, Karim Benzema. Il bomber francese che per questa brutta storia è stato allontanato a lungo dalla rappresentativa francese, è stato accusato di coinvolgimento nel presunto tentativo di ricatto del collega. Un po' a sorpresa la stella del Real Madrid, in campo ieri sera e in gol contro lo Shakhtar, non si è presentato in tribunale. In realtà però rischia grosso, fino a 5 anni di carcere.
Il caso del sextape di Valbuena, cosa è successo
La vicenda risale al 2015, quando Mathieu Valbuena consegnò il suo cellulare ad Axel Angot, un uomo legato ai club di calcio francesi, chiedendogli di trasferire tutti i contenuti sul nuovo device. Angot però dopo aver scoperto video sessualmente espliciti (che secondo uno degli imputati sarebbero poi stati visti da diversi calciatori della nazionale francese dell'epoca, compreso Djibril Cissé) che coinvolgevano il calciatore, insieme con un amico (Mustapha Zouaoui) ha studiato un piano per avvicinarsi al giocatore, minacciandolo di rilasciare pubblicamente il filmato, se lui non li avesse pagati. Il tutto secondo quanto dichiarato dai pubblici ministeri anche attraverso una chiamata anonima a Valbuena, durante un raduno della nazionale francese. Una situazione che spinse l'ex Lione a rivolgersi alla polizia.
Perché Benzema è stato coinvolto nel caso del ricatto a Valbuena
Ma qual è stato il ruolo di Benzema in questa vicenda? Al centro del processo c'è la volontà di capire se e in quale modo il bomber è coinvolto nel complotto per estorcere denaro al suo ex compagno. Angot e Zouaoui secondo la ricostruzione dell'accusa avrebbero chiesto aiuto ad un amico di Benzema, Karim Zenati che è accusato proprio di aver ottenuto la collaborazione del centravanti del Real, come "intermediario" per raggiungere Valbuena. 4 mesi dopo l'inizio delle chiamate, la punta tornata da poco nel giro dei Bleus avrebbe chiamato Valbuena dimostrandosi pronto ad aiutarlo a "gestire" l'eventuale pubblicazione del video.
Secondo i pubblici ministeri, Benzema sarebbe stato dunque reclutato dai presunti ricattatori per convincere il centrocampista offensivo a pagare. In una conversazione registrata dalla polizia, pare che Benzema abbia detto a Zenati "Non prende la cosa sul serio". La difesa del bomber è incentrata sulla volontà di aiutare Valbuena ad uscire da una situazione difficile portandolo a conoscenza del nastro ed avvisandolo "Stai attento. Questi sono criminali molto, molto pesanti". Le accuse a detta dell'avvocato di "Karim the dream" sono assurde, e a tal proposito ha parlato dei presunti metodi "disonesti" usati dall'agente di polizia sotto copertura utilizzato nelle indagini.
Benzema rischia fino a 5 anni di carcere per il presunto ricatto a Valbuena
Benzema è accusato di complicità in un tentativo di ricatto, mentre i quattro co–imputati, Angot, Zouaoui, Zenati e Youness Houass, sono stati processati con l'accusa di tentato ricatto (per Angot anche abuso d'ufficio). Il centravanti del Real non si è presentato oggi in tribunale e rischia, se condannato, una multa di 75mila euro e cinque anni di carcere. Il legale di Valbuena ha considerato "deplorevole" l'assenza del giocatore che a suo dire starebbe prendendo troppo alla leggere il processo. Ai microfoni di RMC Sport, invece il calciatore ha dichiarato: "Abbiamo questo caso da sei anni. Vedo che ci sono tutti… o quasi. Manca Karim. È un peccato ma è così. Andremo avanti fino alla fine, per metterci tutto alle spalle".