Benatia e il retroscena su Ronaldo alla Juve: “Vi spiego perché non è un ragazzo normale”
Medhi Benatia racconta Cristiano Ronaldo. L'ex difensore della Juventus, trasferitosi nella scorsa stagione all'Al-Duhail, nella sua ultima intervista ha raccontato un retroscena sul portoghese. Il tutto a conferma dell'eccezionale professionalità e dedizione del campione portoghese, maniacale per quanto concerne allenamenti e cura della propria forma. Doti che inevitabilmente hanno stupito il centrale marocchino.
Medhi Benatia e il retroscena su Cristiano Ronaldo e gli allenamenti
Dopo averlo affrontato da avversario nell'infuocato Real-Juventus di Champions del 2018 e in Portogallo-Marocco dei Mondiali di Russia, Benatia ha avuto modo di conoscere meglio Cristiano Ronaldo. I due hanno condiviso metà stagione scorsa in bianconero, prima dell'addio del marocchino nello scorso gennaio. In un'intervista a RMC Sport, il difensore ha parlato dei rapporti con CR7 rivelando un curioso retroscena relativo al post-partita di Atalanta-Juventus: "L'episodio risale ad un viaggio di ritorno da Bergamo, noi due non avevamo giocato ed eravamo rimasti in panchina, perché ci sarebbe stata una partita tre giorni dopo. Sull'autobus di ritorno, Ronaldo mi dice: ‘Cosa hai intenzione di fare adesso appena torniamo?' Gli rispondo: ‘Beh, sono le 23, vado a casa, perché?' E a quel punto mi disse: ‘Non hai voglia di fare una piccola seduta di allenamento? Non ho sudato in partita, mi devo allenare, non vuoi farmi compagnia?'".
Cristiano Ronaldo non è normale, parola di Benatia
Un'episodio curioso che conferma ancora una volta l'attenzione maniacale di Cristiano Ronaldo per gli allenamenti, e per la cura della propria forma, oltre che una tenuta mentale d'acciaio impreziosita da una forza di volontà fuori dal comune. Benatia ha evidenziato che da un calciatore e sportivo come il portoghese si ha tutto da imparare: "Ho dovuto spiegargli che non era possibile, volevo solo andare a casa, mettermi di fronte alla TV. Quando siamo arrivati, tutti erano vestiti con abiti normali, lui si mise i pantaloncini, le scarpe da ginnastica, la musica e andò in palestra. Ho pensato, questo ragazzo non è normale. Quando stai a contatto con lui nella vita quotidiana rispetti il ragazzo ancor prima del calciatore. Ha sacrificato tutta la sua vita per il calcio".